Emilia-Romagna. La Regione “Accogliete in famiglia i bambini in difficoltà…a braccia aperte. Non lasciateli nelle comunità”

braccia aperteL’Emilia-Romagna punta sull’affido familiare. Basta con l’affido in comunità: con questo scopo parte la campagna d’informazione per sensibilizzare i cittadini sull’accoglienza dei minori in difficoltà.

“L’affido familiare è sottodimensionato in Emilia-Romagna rispetto all’affido in comunità – dice – dice la vicepresidente di viale Aldo Moro, Elisabetta Gualmini – : per questo la Regione promuove a ‘Braccia aperte’ per ribilanciare le cose”.

All’inizio del 2014, in Emilia-Romagna erano 1.519 i bambini e i ragazzi in affidamento presi in carico dai servizi, in leggero calo rispetto agli anni precedenti. Il dato comprende sia l’affido a tempo pieno (82,1%) sia part-time. I minori residenti sul territorio regionale sono 712.298 e il tasso d’affido è di circa due minori ogni mille: nella maggior parte dei casi, si tratta di affidi su decreto del Tribunale dei minori. Il 67% di loro rimane in affido più di due anni. Le province che accolgono il maggior numero di bambini sono Reggio Emilia (258), Modena (231) e Bologna (171). L’età dei ragazzi affidati a tempo pieno alle famiglie varia da zero (168) a 15 anni e più (377).

Questo il quadro fotografato dalla Regione, che ha messo in piedi la campagna d’informazione sull’affido e l’affiancamento familiare in vista della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia, il prossimo 20 novembre. In quello stesso giorno è in programma, in Regione, un convegno sul tema dell’affido, mentre sabato prossimo, 14 novembre, in piazza Santo Stefano alle 10.30 è prevista una manifestazione per sostenere la campagna.

“Abbiamo bisogno di più coraggio e più slancio da parte di tutti – continua Gualmini – le famiglie si facciano avanti per sperimentare l’affido: ne potranno essere umanamente arricchite, oltre ad avere il privilegio di aiutare un bambino in difficoltà”.

Gualmini invita ad abbandonare “la paura, il timore di essere inadeguati e la difficoltà che deriva dalla mole di impegni quotidiani”. Molti bambini, insiste, “hanno bisogno di famiglie e molte famiglie possono offrire molto ai bambini, anche solo per periodi temporanei”.

Fonte: www.redattoresociale.it