Eterologa: a pagamento è considerata discriminatoria, ma il ministero inventa la versione “doppia”

consiglio di statoLombardia bocciata per il suo modello di fecondazione eterologa a pagamento. Il Consiglio di Stato ha accolto infatti il ricorso dell’associazione Sos Infertilità che aveva chiesto di sospendere gli atti regionali in materia che prevedono il pagamento della sola eterologa, mentre garantiscono gratuitamente la fecondazione omologa. Sospesa al contempo anche la relativa delibera regionale.

Una decisione su cui la Lombardia annuncia battaglia. La Regione, intenzionata a difendere in tribunale “le sue scelte, fondate su motivazioni di ordine legislativo e non certo ideologiche”, sottolinea che “il provvedimento, che in termini pratici comporta la fissazione anticipata dell’udienza al Tar per la trattazione nel merito del ricorso, non smentisce quanto sostenuto da Regione Lombardia”. Secondo quanto stabilito da quest’ultima, infatti, l’eterologa non è stata inserita nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) e pertanto non è erogabile a carico del Fondo Sanitario Nazionale. “La Regione – precisano da Palazzo Lombardia – difenderà dunque al Tar le sue scelte, in attesa delle necessarie determinazioni dello Stato. Se invece nelle prossime settimane verrà approvato il decreto di integrazione nei Lea anche della fecondazione eterologa, Regione Lombardia farà la sua parte”.

Soddisfazione invece per la decisione del Consiglio di Stato è stata espressa da Sos Infertilità per bocca del suo legale, Cinzia Ammirati. “Non ci può essere disparità di trattamento – spiega l’avvocato dell’associazione ricorrente – tra chi deve ricorrere alla fecondazione a chi invece all’omologa”.

Nel frattempo, un’apposita commissione del ministero della Salute ha elaborato le linee guida collegate alla legge sulla Procreazione medicalmente assistita. Queste saranno ora inviate all’esame del Consiglio Superiore di Sanità e dovrebbero uscire entro l’estate con indicazioni univoche per i centri. Le linee guida non venivano aggiornate dal 2004 e da allora molte norme sono cambiate. A cominciare dalla rimozione al divieto dell’eterologa stabilito da una sentenza della Corte Costituzionale nell’aprile 2014.

Proprio questa pronuncia della Consulta, per esempio, ha stabilito che la donazione dei gameti debba essere gratuita. Niente rimborsi né remunerazioni di solidarietà, come avviene invece nella donazione di organi e tessuti da trapianto. Le nuove linee guida ufficializzano anche la cosiddetta “doppia eterologa”. Si potrà tentare di avere un bambino del tutto privo del Dna del partner, ricorrendo alla donazione di ovociti e spermatozoi: la mamma riceverebbe dentro di sé un embrione concepito in provetta, estraneo da punto di vista biologico. Altra novità introdotta dal ministero è l’egg sharing – letteralmente “condivisione delle uova” -: una donazione di ovociti da parte di una donna, già sottoposta a trattamenti, che accetta di cederne una parte a chi ne è sprovvista.

 

Fonti: Corriere della Sera; Corriere.it