Lettere al Direttore: «Eticità, ce l’hanno fatta pagare cara»

Michele scrive:

Il problema per molte coppie è il costo dell’adozione, anche perché quasi sempre, come pure nel nostro caso, sfora di molto il costo fissato dalla delibera CAI, nel nostro caso del 50%. Per me invece la questione non è la quantità del denaro, ma come viene speso: manca la trasparenza. A fronte di una spesa che per me e mia moglie arriverà tra i 35 e i 40mila euro, vedere che negli orfanotrofi, ai bimbi che rimangono là, non resta niente, che devono aspettare la carità di gruppi di persone che compra loro i farmaci di prima necessità, il latte in polvere, il vestiario, il riscaldamento, ci ha fatto mettere in discussione l’eticità di questo tipo di adozioni. Noi l’abbiamo sollevato il problema trasparenza dei costi, ma ce l’hanno fatta pagare cara e dalla CAI non abbiamo ricevuto il sostegno che ci aspettavamo. Per quanto concerne gli sgravi fiscali, non mi soffermo a lungo, tanto è il disgusto nel vedere che su quei 40 mila euro che spenderò, riceverò uno sgravio di soli 4mila, un decimo.

Gentile Michele,
il costo fissato dalla delibera della Commissione per le Adozioni Internazionali risale al 2003, è perciò inevitabile che sia sottoposto a modifiche nel corso del tempo. Certo è che se la CAI avesse proseguito con controlli cadenzati, oggi ci sarebbe maggior trasparenza negli Enti. Per quanto riguarda gli alti costi di adozione, cui Lei fa riferimento – che mi sembrano incongrui: solitamente, ad Ai.Bi. indichiamo il costo medio di 20mila euro -, purtroppo il processo di adozione attualmente è in vigore è essenzialmente un processo di carattere burocratico, con oneri diretti a organismi burocratici. Parte degli oneri dovrebbe essere anche indirizzata agli istituti, ma è una destinazione che varia di Paese in Paese. Dalle informazioni che Lei, Michele, fornisce, non riesco a capire dove abbiate adottato e se avete speso tutto l’ammontare in bonifici, o alcuna parte in nero. Resta il fatto che la trasparenza è a carico non delle famiglie, ma degli Enti: le famiglie dovrebbero avere poi la possibilità di selezionare l’Ente in base ad essa.

Antonio Crinò, Direttore Generale