Etiopia: per la prima volta revocata un’adozione internazionale. Betty, portavoce di 4400 bambini etiopi, rinuncia alla sua adozione

Ethiopian-WomanPer la prima volta nella lunga storia delle adozioni internazionali dell’Etiopia, un Tribunale di Addis Abeba ha revocato l’adozione di una ragazzina che era stata portata in Olanda da una coppia adottiva.

Betty Lub è una dolcissima ragazzina di 14 anni adottata 7 anni fa da una famiglia olandese che aveva abusato di lei. Per due anni Betty aveva vissuto in un incubo di violenza e solitudine e ancor oggi porta il cognome di quella famiglia dei Paesi Bassi. Adesso però il suo Avvocato etiope, Mulemebet Tilahua, ha annunciato che, anche per dimenticare questa triste vicenda, vuole farsi chiamare Betty Demoze, il suo cognome etiope.

I suoi documenti adottivi, ha dichiarato il giudice di Addis Abeba, erano stati falsificati: l’avevano spacciata per una bambina più piccola e soprattutto avevano mentito sulla morte di entrambi i suoi genitori. Il proprio padre biologico invece è ancora vivo e al suo ritorno in Etiopia l’ha riabbracciata in lacrime.

Betty ha ammesso che l’annullamento della sua adozione in Etiopia è solo il primo passo di un lungo viaggio.

“Voglio che anche il Governo olandese annulli la mia adozione,” ha detto con un sorriso da adulta, sapendo di essere già diventata il portavoce di molti altri orfani adottati illegalmente come lei; circa 4.400 bimbi erano usciti dal proprio paese natale nel 2010 al costo di almeno 15 mila euro per ciascuna adozione. Una buona metà erano stati accolti da famiglie americane e siccome una buona percentuale della adozioni risulta adesso presentare gravissime irregolarità, le autorità del paese africano hanno aperto un’indagine a largo raggio su tutti i paesi adottivi.

Arun Dohle, che sta indagando per l’organizzazione Against Child Trafficking NGO in merito alla documentazione dei bimbi etiopi destinati ai Paesi Bassi, ha ammesso che la storia di Betty purtroppo rappresenta solamente ‘la punta dell’iceberg’. Il Ministro per gli Affari delle donne e dei minori di Addis Abeb, nel 2011 aveva improvvisamente deciso di ridurre del 90% le adozioni, anche lui certo che molti bimbi fossero stati adottati senza seguire una procedura legale.

“Abbiamo constatato che buona parte dei procedimenti adottivi avvenuti in quell’anno erano falsi,” ha spiegato Dohle. “Buona parte dei genitori etiopi non sapeva che non avrebbe più rivisto il proprio figlio.. Loro credevano che un giorno quei figli sarebbero tornati, perché non avevano capito che non esiste un foster care internazionale.”

A molti genitori, ha proseguito l’avvocato, era stata data una buona remunerazione finanziaria ed era stato loro anche promesso che i loro figli avrebbero ottenuto un’educazione scolastica.

Tutto vero, ha aggiunto l’avvocato di Betty, Mulemebet: le famiglie africane erano diventate dei facili bersagli.

Betty era stata adottata tramite l’agenzia olandese Wereldkinderen, oggi accusata di frode criminale in una ricerca condotta dal gruppo Against Child Trafficking group.

Da parte sua Betty, che  vive ancora in affidamento ad Addis Abeba presso una donna di nome Loes Zuidervaart, la quale è sempre rimasta al suo fianco mentre il Tribunale annullava la sua adozione olandese,  spera di poter aiutare altri bambini etiopi. “Quando ho rivisto mio padre ho pianto di gioia e voglio che altri bimbi ritrovino i loro genitori”, ha ammesso abbracciando il padre e i suoi cugini.

 

Fonte: http://www.voanews.com

(Dalla nostra corrispondente Usa, Silvia Kramar)