Adozione internazionale. Euroadopt: “Gli enti autorizzati come devono accompagnare le coppie adottive all’estero?”

adozione6Parola d’ordine: fare in modo che i genitori adottivi e i bambini si sentano sempre al sicuro e abbiano fiducia nell’adozione internazionale, anche in situazioni e contesti complessi. A questo principio fondamentale sono ispirate le linee guida per i referenti all’estero degli enti autorizzati membri di Euroadopt. A elaborare il documento con le linee di indirizzo è stato proprio il network di oltre 20 enti autorizzati europei, di cui Amici dei Bambini fa parte da più di 20 anni.

Ai.Bi. è una delle due organizzazioni italiane che fanno parte di Euroadopt (l’altra è il Ciai) e, da giugno 2016, un suo rappresentante – il referente per le adozioni internazionali della sede nazionale Michele Torri – è uno dei 15 componenti del Consiglio di Euroadopt, l’organo governativo della rete di enti europei che comprende, oltre al presidente del network, un rappresentante per ciascuno dei 14 Paesi di provenienza degli enti autorizzati che compongono Euroadopt.

Le linee guida stabiliscono gli standard minimi, in termini di responsabilità ed esigenze, che i referenti all’estero degli enti devono assicurare per poter garantire un efficace accompagnamento degli aspiranti genitori adottivi all’incontro con i loro figli.

Euroadopt afferma innanzitutto che “le sedi centrali degli enti sono responsabili del lavoro dei propri rappresentanti” e che, attraverso di essi, devono trasmettere la loro etica e i loro valori e principi. “Allo stesso tempo – precisa – dobbiamo capire e rispettare il contesto in cui i referenti vivono e lavorano”.

Il rappresentante all’estero è di fatto “il braccio operativo” dell’ente e deve quindi rispettarne gli standard e le regole. Allo stesso modo, la sede centrale deve garantirgli sempre i mezzi per poter svolgere i suoi compiti in modo adeguato, dal punto di vista etico, professionale, economico e tecnico.

Quali sono i requisiti di base di cui il referente all’estero deve essere dotato per poter efficacemente accompagnare le coppie nel percorso adottivo? Euroadopt li elenca in alcuni punti. Il rappresentante dell’ente deve innanzitutto possedere un’alta integrità e una fedina penale pulita. Deve conoscere bene la lingua del posto e avere competenze di contabilità e di “diplomazia”, per riuscire a fare “da ponte” tra due diverse realtà culturali e legislative. Senza dimenticare l’esigenza di dimostrare sempre pazienza ed empatia, facendo sentire le coppie e i bambini presi per mano e condotti in sicurezza verso la conclusione delle procedure adottive.

Le linee guida prevedono anche la possibilità che, nei Paesi di origine dei minori, sia necessario usufruire di specifici servizi forniti da personale esterno all’ente: avvocati, traduttori, pediatri, autisti. Anche in questo caso, il rappresentante dell’ente non lascia la coppia al suo destino, ma è chiamato a verificare che anche queste persone siano le più appropriate per svolgere il compito per cui vengono contattate.

Un accenno anche agli aspetti finanziari. Con le linee guida, Euroadopt raccomanda che la remunerazione del referente all’estero sia fissata in base alle norme etiche del network e che sia “ragionevole in relazione al livello dei costi del Paese in cui il rappresentante opera”.