Fame di Mamma. Dall’Egitto all’Italia: il viaggio disperato di Eslam alla ricerca di un futuro migliore

Dopo aver lasciato il suo Paese e dopo essere stato trattenuto dalle milizie libiche, Eslam ha raggiunto l’Italia. Qua ha trovato sostegno presso l’alloggio per l’autonomia di Ai.Bi. “Casa Francesco” dove sta costruendo le basi per un futuro sereno e stabile. Leggi la sua storia

Eslam chiede ai suoi genitori il permesso di partire per l’Italia. La richiesta li spaventa, e non vogliono lasciarlo partire per un viaggio così pericoloso. Più volte, gli ripetono di rinunciare a questa idea.

Un futuro da costruire

Eslam ha completato il percorso scolastico ottenendo il diploma e ha già avuto varie esperienze lavorative, iniziando a guadagnare qualche soldo. Ha lavorato in un supermercato, come autista trasportando persone in città, e come muratore, svolgendo in particolare lavori di manutenzione sui tetti. Sebbene si impegni a fare il meglio in ogni lavoro, Eslam sa che costruirsi un futuro in Egitto è complicato: “si guadagna troppo poco facendo lavori manuali,” e non è interessato a intraprendere un percorso universitario. Inoltre, sa che la sua famiglia non ha molte risorse per sostenerlo. Il padre passa da un lavoro all’altro senza trovare una stabilità, mentre la madre ha lasciato il lavoro di infermiera dopo il matrimonio. Suo fratello studia informatica, e la sorella ha appena iniziato le superiori.

Il viaggio

Deciso a partire, Eslam inizia a informarsi sul viaggio verso l’Italia. Senza dirlo alla famiglia, ottiene il passaporto e contatta un “capo gruppo” per organizzare la partenza. Quando comunica ai genitori che partirà entro pochi giorni, loro cercano ancora di dissuaderlo, ma vedendo la sua determinazione, accettano con riluttanza la sua decisione. Il padre si attiva per procurarsi il denaro necessario a pagargli il biglietto per la Libia, e, quando tutto è pronto, Eslam parte.
Giunto in Libia, viene condotto alla costa, dove aspetterà due mesi prima di poter salire su una barca per l’Italia. Durante questo periodo è trattenuto dalle milizie libiche, insieme a circa 40 persone, in una stanza in cui si può uscire solo per i bisogni. “Rimanere chiusi lì era difficile, dormire tutti schiacciati era terribile”. Il loro unico sostentamento è una fetta di pane e mezza porzione di formaggio al giorno.
Dopo due mesi, Eslam si imbarca per Lampedusa e, dopo una giornata di navigazione, sbarca sull’isola. Da lì viene trasferito in Sicilia, ma, desiderando proseguire, decide di raggiungere l’Emilia Romagna, dove viene intercettato dai servizi sociali di Reggio Emilia, il suo primo luogo sicuro dall’inizio del viaggio.

Finalmente in Italia

Nei giorni seguenti, Eslam, ancora minorenne, è accolto in un centro di accoglienza temporaneo. Poco dopo diventa maggiorenne, e questo cambia le cose: non può più essere ospitato nelle comunità destinate ai minori stranieri non accompagnati. Per sua fortuna, il servizio sociale gli trova un posto a “Casa Francesco”, struttura di Ai.Bi. per minori stranieri non accompagnati, dove viene accolto insieme ad altri ospiti. Qui Eslam inizia finalmente a costruire le basi per un futuro sereno e stabile.

Sostieni il progetto “Fame di Mamma”

Sostieni anche tu le attività promosse da Ai.Bi. in Italia a sostegno dei minori nelle case-famiglia, i bambini con le loro madri nelle comunità mamma-bambino e negli alloggi per l’autonomia e gli adolescenti in necessità nelle comunità educative. Puoi farlo con un contributo di 10 euro al mese, aderendo al progetto di Adozione a Distanza “Fame di Mamma”.

E ricorda: come ogni donazione, anche le Adozioni a Distanza di Ai.Bi. godono delle seguenti agevolazioni fiscali.

E ricorda: come ogni donazione, anche le Adozioni a Distanza di Ai.Bi. godono delle seguenti agevolazioni fiscali.