Fame di mamma. Quando i bambini arrivano in casa famiglia hanno occhi grandi, persi e pieni di paura

Verso sera hai chiesto se la mamma avrebbe avuto paura senza di te. Ti abbiamo rassicurata, dicendo che la mamma è grande e ha chi si occupa di lei; così, piano piano, hai imparato che in realtà sono i grandi che si occupano dei bambini e non il contrario. La storia di Giulia

Quando i bambini arrivano in casa famiglia hanno occhi grandi e persi. Occhi pieni di tristezza e di paura. Occhi di chi osserva e cerca di capire se e come sopravvivere.
Hanno paura, anche se arrivano da situazioni terribili e vengono accolti con tenerezza e cura. Ma come dargli torto? È vero, arrivano in un posto sicuro, ma è un posto sconosciuto e devono capire se davvero si possono fidare di questi adulti sorridenti che stanno loro davanti.

L’arrivo di Giulia… con occhi di paura

In questo modo sei arrivata anche tu, Giulia. Silenziosa, con degli occhi grandi, grigi e persi. Cercavi di capire cosa rispondere alle domande e facevi quella che si dimostrava forte. Hai mangiato di gusto il piatto di pasta al sugo, ma verso sera hai chiesto se la mamma avrebbe avuto paura senza di te. Noi già sapevamo che, da sempre, sei tu che ti preoccupi per lei.
La conferma, ennesima, è arrivata qualche giorno dopo, quando ci hai detto che la tua mamma aveva bisogno di medicine, perché senza sta male. Ti abbiamo rassicurata, dicendo che la mamma è grande e ha chi si occupa di lei; così, piano piano, hai imparato che in realtà sono i grandi che si occupano dei bambini e non il contrario. Hai imparato che non devi sempre fare la dura-senza-paura-ninja-della-notte ma puoi anche concederti di ascoltare le tue vere emozioni.
Continui a chiedere sempre della tua mamma, questo non è cambiato, ma oggi sei capace anche di piangere e dire quello che provi. E stai capendo che in te cresce ogni giorno un po’ di più una grande voglia di normalità, quella normalità che la vita sregolata della tua mamma non può davvero garantirti.
Hai voglia di essere come tutti i bambini che vanno a scuola regolarmente, con i capelli in ordine e i vestiti puliti, senza doverti sempre sentire quella “strana” che non ha il materiale o i compiti non fatti. Vorresti poter rispondere a chi ti chiede “cosa hai fatto di bello ieri?” che sei andata al parco, in bicicletta, hai fatto un torta… anziché ripetere il tuo solito “niente” di chi sa che ciò che vive è meglio non raccontarlo in giro.

E sei partita con occhi di speranza

Oggi, finalmente, anche la tua mamma ha deciso di entrare in una struttura dove “i grandi” potranno aiutarla, dove potrà liberarsi delle sue paure e della dipendenza dalle sostanze. Ma il cammino sarà lungo, e tu hai bisogno di crescere fra affetti sicuri. Per questo il tuo progetto prevede l’affido familiare: continuerai a vedere la tua mamma all’interno di uno spazio protetto, ma nel frattempo crescerai in una famiglia tutta per te.
Quando te lo abbiamo detto abbiamo rivisto per un attimo quella stessa paura che avevi quando sei arrivata. Poi, ancora una volta, piano piano hai conosciuto la famiglia che si è resa disponibile ad accoglierti; ti sei adattata al nuovo cambiamento e, questa volta, memore della fiducia che avevi già sperimentato, è stato un pochino più facile.
Quando i tuoi occhi ci hanno salutato erano sempre grandi e grigi, ma senza più ombra di paura, sostituita da una speranza che, anche lei, piano piano continuerà a crescere!
Ed è proprio questo cambiamento nei loro occhi ciò che ci auguriamo di vedere in ogni bambino che accogliamo nelle nostre strutture.

Maria Galeazzi
Referente Affido e Comunità Familiari di Ai.Bi.

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