Famiglia affidataria che diventa adottiva? Purché sia nell’interesse del minore e non si perda il vero significato dell’affido

affido12La confusione tra due diverse forme di accoglienza e lo smarrimento del vero significato dell’affido familiare. Potrebbero essere queste le conseguenze dell’eventuale approvazione, da parte della Camera dei Deputati, della proposta di legge  2957 che introdurrebbe la possibilità di una sorta di “corsia preferenziale” per l’adozione in favore della famiglia affidataria. Il testo, attualmente all’esame dell’aula di Montecitorio, si avvia ora a passi spediti verso il “sì” definitivo. Una possibilità che non piace al Tavolo Nazionale Affido che teme, in tal modo, una riduzione dell’affido a “scorciatoia” per l’adozione da parte di quei soggetti che la legge non considera in possesso dei requisiti necessari per poter adottare un minore.

In sostanza, la cosiddetta “legge sulla continuità degli affetti per i bambini in affidamento familiare” garantirebbe alla famiglia affidataria la possibilità di chiedere di adottare il minore che ha accolto, qualora risulti impossibile ricostruire il rapporto tra il minore stesso e la sua famiglia di origine e qualora sia l’interesse superiore del bambino.

L’eliminazione del riferimento all’articolo 6 della legge 184/83 (quello sui requisiti per l’adottabilità), previsto dall’AC 2957 non sarebbe funzionale a una reale tutela dei minori. E andrebbe a scapito sia dell’adozione che dell’affido stessi. Per quanto riguarda la prima, si avrebbe una fuga di coppie di aspiranti genitori che, piuttosto che offrire la propria disponibilità all’adozione, si rivolgerebbero all’affido. Tenendo presente che quest’ultimo, in Italia, è possibile sia per le coppie, sposate e non, che per i single, la proposta di legge 2957 aprirebbe la strada alle adozioni da parte delle coppie di fatto o omosessuali, in cui uno dei partner abbia ottenuto l’affido di un minore.

L’affido, dal canto suo, verrebbe snaturato da quanti potrebbero non avere alcuna reale intenzione di garantire il diritto del bambino al reinserimento nella sua famiglia – fine ultimo dell’affido – essendo mossi solo dall’interesse di avere un figlio confidando nell’adottabilità. Cosa che, stando alle norme vigenti, non è possibile.

In materia era già intervenuto il disegno di legge presentato dalla senatrice del Partito Democratico Francesca Puglisi. Il Ddl 1209, mantenendo il riferimento all’articolo 6 della legge 184/1983, faceva in modo che le famiglie affidatarie, nel caso di affidi molto lunghi e in cui venisse dichiarata l’adottabilità del minore, potessero divenire adottive, tramite adozione legittimante, e che queste in qualche modo fossero da preferire, solo se non ci fossero controindicazioni al supremo interesse (e benessere) del bambino, garantendo così la continuità degli affetti. Rimanevano le adozioni speciali (non legittimanti) come fino ad ora è stato.

 “Il passaggio dall’essere famiglia affidataria di un minorenne al divenirne famiglia adottiva – spiega il Tavolo Nazionale Affido – si ritiene adeguatamente circoscritto ai soli casi in cui gli affidatari siano in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 6 della legge 184 (l’essere coniugati e il dimostrare la stabilità del rapporto di coppia, il possedere una certa differenza di età con il minorenne), il che evita improprie derive verso l’adozione di minorenni da parte di persone single o anziane”. La normativa in vigore, del resto, già consente “in casi particolari” l’adozione da parte dell’affidatario single, a cui il Tribunale per i Minorenni può dare il via libera “tenuto conto dei legami affettivi significativi e del rapporto stabile e duraturo consolidatosi” tra il minore affidato e dichiarato adottabile e il genitore affidatario. Insomma, spiega Cristina Riccardi, referente politico di Ai.Bi. per il settore affido, “è importante che ciò non avvenga in modo automatico, ma dopo una seria valutazione sulla ‘significatività dei legami socio-affettivi’ e dopo la verifica del fatto che la famiglia accogliente sia in possesso dei requisiti previsti per l’adozione”.