Family day. “Voglio una mamma e un papà!” Il forte grido delle famiglie di Amici dei Bambini riempie il Circo Massimo.

aibiAl di là delle solite dispute sui numeri, 2 milioni o diverse centinaia di migliaia (fonti ufficiali parlano di un milione e 780mila persone), quello che importa veramente è che tanta, tantissima gente è giunta il 30 gennaio 2016 a Roma, al Circo Massimo con ogni mezzo, da ogni regione d’Italia, tanti con i passeggini (circa 1.500 autobus, moltissimi in treno, o con le proprie auto) per testimoniare, non per protestare. Tra queste grande e qualificata la partecipazione delle famiglie di Ai.Bi., Amici dei Bambini: ogni gruppo regionale, guidato dai rispettivi coordinatori, ha testimoniato così da che parte è giusto stare: dalla parte dei bambini. Ancora una volta, Amici dei Bambini ha dato prova e testimonianza di quale sia il suo unico e solo impegno in virtù del quale c’è la ferma convinzione che i diritti dei più piccoli vengano prima di quelli degli adulti. Genitori e figli di Ai.Bi. provenienti da tutte le regioni di’Italia  sono state così testimoni di accoglienza in piazza a Roma e hanno ribadito il loro “no” alla legge sulle unioni civili e “sì” al diritto di ogni bambino ad avere una vera famiglia.

Vari gli interventi che si sono alternati sul palco allestito dal Comitato organizzatore “Difendiamo i nostri figli”, tra cui quello di Marco Griffini, presidente di Ai.Bi insieme alla moglie Irene: “Genitori adottivi e affidatari – ha detto – avete restituito a un bambino abbandonato la dignità di figlio e avete dato in questo atto concreto la bellezza della famiglia. E’ bello essere famiglia. Vi prego, ascoltate oggi da questa piazza il grido di 168 milioni di bambini adottati ‘Io voglio un papà, io voglio una mamma, io voglio essere figlio”.

Del resto una mamma e un papà è proprio quello che i bambini disegnano quando immaginano una famiglia “quando entri in un istituto – ha raccontato all’immensa folla del Circo Massimo, Lucia che con il marito Luigi D’Antonio è coppia adottiva Ai.Bi, nonché coordinatore gruppo Campania –  sono tre figure molto stilizzate ma chiare: un bambino che tiene per mano una figura femminile e una maschile. Insomma una mamma e un papà”.

Per Luigi D’Antonio Il problema è che viviamo ancora in una cultura troppo ‘adultocentrica’. Il mio non è un discorso ‘contro qualcosa’, ma ‘a favore di qualcos’altro’. Sono perfettamente d’accordo sul fatto che anche le coppie di conviventi debbano vedersi riconosciuti alcuni diritti, come quelli relativi alla successione e all’assistenza sanitaria. Ma i diritti dei bambini sono un’altra cosa”.

A lui ha fatto eco Massimo Cecchetti, coordinatore regionale di Amici dei Bambini in Veneto “Se da una parte i diritti reali dei bambini vengono ignorati, dall’altra si fa di tutto per promuovere i diritti presunti degli adulti. Il disinteresse per la situazione dei minori stona ancora di più se confrontato con l’impegno che si continua a profondere per il fantomatico diritto al figlio a tutti i costi da parte degli adulti: lo si è visto con la fecondazione eterologa e lo si sta vedendo ancora adesso con la stepchild adoption”.

Giuseppe Salomoni, vicepresidente di Amici dei Bambini e punto di riferimento per le famiglie adottive e affidatarie dell’Emilia Romagna, ha sintetizzato così la sua preoccupazione in merito al contenuto del disegno di legge CirinnàUn conto sono le unioni civili, un altro conto è ciò che ci sta dietro. E’ evidente l’esigenza di andare a normare delle situazioni sociali per le quali manca ancora una regolamentazione. Il sospetto è che la regolamentazione di queste unioni non sia altro che una ‘maschera’ per nascondere le reali finalità del ddl Cirinnà: l’equiparazione delle unioni di fatto al matrimonio e la possibilità di adozione per le coppie omosessuali”.

Si è detto allarmato Vincenzo Broccoli, coordinatore regionale di Amici dei Bambini nel Lazio, “Al primo posto – denuncia Broccoli – è stato messo il desiderio di alcune coppie, sia eterosessuali che omosessuali, di avere un figlio a tutti i costi. Desideri che si pretende di vedere strasformati in diritti”.

Cristina Riccardi, coordinatrice regionale di Amici dei Bambini in Lombardia,  ha detto“sono in piazza per affermare con forza il diritto dei bambini ad avere una famiglia. E non il contrario. Per questo la nostra preoccupazione è rivolta principalmente a due tematiche: l’adozione dei bambini da parte delle coppie omosessuali e l’equiparazione delle unioni civili al matrimonio”.

Il coordinatore di Ai.Bi. Puglia  Antonio Gorglione ha parlato “di una svolta epocale, di una mobilitazione dal basso segno del fatto che le famiglie si stanno muovendo spontaneamente, non come masse guidate da un partito politico, da un’associazione o da un leader religioso. Le famiglie stanno dimostrando con forza di tenere alla famiglia”.

La famiglia unica e vera è quella composta da una madre  e un padre – hanno concluso Teresa e Sergio Bertoldo, coordinatori regionali di Amici dei Bambini in Piemonte –  Abbiamo trascorso due notti in pullman per dire ‘al Family day c’ero anch’io’. E questo ci rende orgogliosi di noi stessi: un dovere nei confronti nei nostri figli”.