Family for Children: “Centinaia di segnalazioni di coppie abbandonate a sé stesse. Abbiamo provato a contattare la Cai, ma Silvia Della Monica non ha mai risposto”

sede caiSensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sui problemi di molte aspiranti coppie adottive. È questo lo scopo con cui un folto gruppo di famiglie che ha accolto un figlio in adozione o è in attesa di farlo, sostenute anche da alcuni genitori biologici, ha costituito il comitato “Family for Children”. Un sodalizio consapevole di rappresentare, al pari di tutte le coppie adottive, una risorsa importante non solo per i bambini, ma per l’intera società e che ha cercato più volte di entrare in contatto con le istituzioni per provare a risolvere insieme gli attuali problemi dell’adozione internazionale in Italia. Tentativi quasi sempre rivelatisi vani. Ma i genitori del comitato non si rassegnano e continuano a portare avanti la propria missione: raccontare per non subire, come dice il loro motto.

“Il Sole 24 Ore” ha intervistato due mamme del comitato, Anna Comi e Karen Hague che hanno raccontato la storia, le finalità e lo spirito di “Family for Children”.

Le famiglie si sono conosciute sui social, con il passaparola, nei corridoi dei Tribunali per i Minorenni, agli incontri informativi tenuti dagli enti autorizzati e ai corsi di formazione organizzati dalle associazioni famigliari. “Riunendoci abbiamo capito che le problematiche non si limitano ai pochi casi riportati dai media – hanno detto Comi e Hague al “Sole” – e la mancanza di sostegno ha reso indispensabile questa unione per dare voce a chi non viene ascoltato”. Quali sono questi problemi? Le truffe e i raggiri dei quali a volte le coppie diventano vittime, parcheggiate o lasciate sole per 4 o 5 anni d’attesa, con scarse e lacunose notizie da parte di enti che non si comportano in modo trasparente. Famiglie che si ritrovano quindi, lungo il loro iter adottivo, in un labirinto senza uscita. Private anche del necessario supporto delle istituzioni.

“È evidente che ci sono problemi di comunicazione tra le famiglie, alcuni enti e la Commissione per le Adozioni Internazionali – sottolineano infatti le due mamme intervistate – e, laddove le coppie incontrano difficoltà durante l’iter adottivo, in molti casi sono abbandonate a sé stesse”. Ecco perché, oltre alle tante adesioni, il comitato riceve centinaia di segnalazioni di coppie che raccontano i loro problemi. “Riceviamo quotidianamente nuove segnalazioni – dicono da “Family for Children” -. Grazie alla nostra campagna che sta mettendo in risalto tutti i difetti del mondo delle adozioni internazionali, si sta evidenziando la necessità di una pronta e non più rinviabile revisione del sistema. Un sistema che, si chiedono le famiglie, è davvero attento agli interessi dei bambini o, piuttosto, a quelli di alcuni enti che cercano di sopravvivere in Italia?

I problemi delle famiglie adottive abbandonate a sé stesse si è aggravato dalla totale mancanza di sostegno da parte delle istituzioni. “Abbiamo provato a contattare la Cai – ricorda il comitato -, ma il silenzio della Commissione risulta, a dir poco, assordante rispetto ai fatti denunciati. Molte famiglie hanno scritto alla Cai e alla vicepresidente, Silvia Della Monica, per chiedere un incontro, ma nessuno si è degnato finora di rispondere. Ogni risposta a qualsiasi domanda puntualmente è stata evitata. Abbiamo avuto un breve periodo di speranza durante l’ultima presidenza del ministro Boschi – evidenziano le famiglie -, che ha raccolto le nostre denunce e ascoltato le nostre vicissitudini ma, purtroppo, non abbiamo assistito finora ad alcuna evoluzione o azione compiuta in modo da capovolgere questa vergognosa situazione di opacità”.

In queste condizioni, le coppie hanno paura di denunciare le irregolarità temendo di perdere la possibilità di diventare genitori. Solo pretendendo la massima trasparenza e affrontando i problemi con correttezza – raccomanda il comitato – si potrà restituire un senso di rispettabilità alle adozioni internazionali”. Ecco perché, quindi, “Family for Children” non si ferma. “Poter aiutare il prossimo ci aiuta e ci dà la forza di combattere – assicurano -. Vorremmo che venisse restituita alle famiglie adottive la dignità che meritano e che venisse riconosciuto il fatto che le aspiranti coppie adottive sono un’importante risorsa per i bambini e la società”.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore