Family Lab. Scagliusi (M5S): “Come può funzionare una Commissione che non comunica con le famiglie? Serve ripensare la gestione delle adozioni internazionali”

scagliusiRipensare la gestione delle adozioni internazionali, mettendo insieme le esperienze e le idee di chi vive questo mondo per renderlo più umano, più giusto e orientato al bene esclusivo dei bambini e delle coppie che a questi minori vogliono dare un futuro migliore. È in questa direzione che si è chiamati a lavorare secondo Emanuele Scagliusi, deputato del Movimento 5 Stelle, che ha inviato un messaggio, sabato 17 ottobre, al Family Lab 2 che si è tenuto a Roma. Un’occasione voluta dal Care (Coordinamento delle associazioni familiari adottive e affidatarie in rete) che ha visto riunirsi e confrontarsi allo stesso tavolo i rappresentanti degli enti autorizzati, dei servizi territoriali, delle associazioni familiari e della politica, nel tentativo di trovare la giusta strada per accompagnare le adozioni internazionali fuori dall’attuale crisi.

Una crisi che Scagliusi, che è anche vicepresidente del Comitato permanente per i diritti umani, ha conosciuto da vicino entrando in contatto con tante famiglie alle prese con le difficoltà che negli ultimi anni hanno afflitto questa forma di accoglienza. “Ho conosciuto le problematiche legate alle adozioni dalla Bielorussia – ha ricordato il deputato 5 Stelle nel suo messaggio -, gli scandali relativi alle adozioni dal Kirghizistan, le vicissitudini subite dalle coppie in attesa di adottare minori dalla Repubblica Democratica del Congo, gli ingenti esborsi sostenuti invano dalle famiglie desiderose di adottare dall’Etiopia”.

A partire da questi casi, il deputato pugliese ha iniziato a studiare le varie vicende, a incontrare le coppie, gli enti, i rappresentanti dei comitati per le famiglie adottive. Insomma, i vari attori del sistema. Tranne uno: la presidente della Commissione Adozioni Internazionali. Quella Cai che Scagliusi non ha esitato a definire “una Commissione assente”, “un ente da tempo rinchiuso in una ‘campana di vetro’, che si limita a tessere le proprie lodi pubblicando comunicati stampa che sembrano del tutto distaccati dalla realtà che quotidianamente le famiglie si trovano ad affrontare”.

A riprova di questo, Scagliusi ha ricordato quelli che dovrebbero essere i principali compiti della Cai: da vigilare sull’operato degli enti alla revoca delle autorizzazioni in caso di gravi inadempienze, dall’esame delle segnalazioni alla definizione dei criteri per l’autorizzazione all’attività degli enti. “Mi chiedo come la Cai possa fare tutto questo – ha scritto Scagliusi – se non comunica, non ascolta le famiglie, non risponde alle sollecitazioni provenienti da queste ultime e dagli enti da essa stessa autorizzati”.

Per tentare di risolvere questa situazione di stallo, lo stesso Scagliusi ha depositato numerosi atti ispettivi alla Camera dei Deputati, con l’intento di “fare luce sugli aspetti oscuri delle adozioni internazionali”. “Ad oggi, però, nessuno dei miei atti ha ricevuto una risposta, ha ricordato il deputato M5S. Il quale ha concluso il suo intervento al Family Lab con una messaggio a tutti gli attori del sistema. “Per uno sviluppo armonioso della personalità dei bambini – ha detto – è necessario un clima di felicità, amore e comprensione. Il compito di noi grandi è di fare tutto il possibile affinché questo clima venga loro garantito”. Un compito realizzabile attraverso un’adozione internazionale semplificata, trasparente e pensata nell’interesse del bambino abbandonato.