Fedeli (Pd), sostenitrice del Gender, nuovo ministro dell’Istruzione. Gandolfini (Difendiamo i nostri figli): “Un’offesa a chi difende i diritti dei bambini”

gandolfiniUna “provocazione”, se non addirittura una “vendetta”, verso le famiglie che, volendo difendere il diritto dei bambini ad avere un papà e una mamma, hanno votato “no” al referendum costituzionale del 4 dicembre, bloccando così “una deriva autoritaria nella quale erano già in programma disegni di legge contro la famiglia naturale. Così Massimo Gandolfini, presidente del comitato “Difendiamo i nostri figli” e promotore dei comitati “Famiglie per il No”, definisce la scelta del nuovo governo di affidare a Valeria Fedeli il ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca. La senatrice del Partito Democratico è infatti notoriamente una sostenitrice dell’ideologia Gender, oltre che una delle firmatarie del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili. Sulla sua nomina al vertice del Miur, il comitato “Difendiamo i nostri figli” esprime profonda delusione, come si legge in un comunicato diffuso martedì 13 dicembre.

“La nomina di Valeria Fedeli, il cui orientamento culturale a favore dell’identità di genere ad ispirazione Gender è ben noto – afferma Gandolfini -, non può che essere letto come l’ennesima offesa nei confronti del popolo del Family Day”.

“Non è nostra abitudine né dimenticare né restare quiescenti quando sono in pericolo i nostri figli – sottolinea il medico bresciano -, che potrebbero diventare oggetto di colonizzazioni ideologiche di Gender che offendono l’umano e rottamano la società”. Gandolfini assicura quindi l’intenzione di tenere alta l’attenzione sui prossimi passi concreti del nuovo ministro, a cui il comitato assicura collaborazione per iniziative “contro ogni forma di odiosa discriminazione, violenza o bullismo”. Ma, al tempo stesso, si dice pronto a contrastare in ogni modo qualsiasi tentativo di trasformare i nostri figli in cavie di sperimentazioni ideologiche, come efficacemente affermato da Papa Francesco”.

Il Comitato lancia quindi un appello al presidente della Repubblica: quello a farsi garante della Costituzione e a vigilare “che il diritto dei genitori di educare i propri figli non venga violato attraverso atti amministrativi dettati da culture estranee alla storia delle famiglie italiane”.

“Nessun programma educativo che riguardi i delicatissimi temi dell’affettività e della sessualità – conclude Gandolfini – può essere imposto senza il consenso dei genitori. Viene da dire ‘famiglie italiane, unitevi, siate vigili ed attenti scuola per scuola, e difendere i vostri figli’”.