Festa della donna. Un’occasione per condannare l’Utero in Affitto in tutto il mondo

La ricorrenza dell’8 marzo, festa della donna, può essere l’occasione giusta per una condanna universale dell’utero in affitto: una pratica che è lo sfruttamento del corpo femminile

8 marzo.
Festa della Donna.
La ricorrenza è talmente entrata nell’immaginario collettivo che le due espressioni sono diventate un sinonimo. Molto bene, per tanti versi. “Meno bene”, però, per la consapevolezza e le riflessioni che un’occasione del genere potrebbe (e dovrebbe) generare. Perché, si sa, quando l’associazione diventa automatica, lo stimolo a “ragionarci su” un po’ decade.
Ben venga, allora, l’editoriale che qualche giorno fa il quotidiano La Stampa ha pubblicato a firma della storica e giornalista Lucetta Scaraffia dal titolo: “Mamme in affitto, io sto con Giorgia”.
Un articolo che riprende un’intervista fatta a Giorgia Meloni in occasione proprio della festa dell’8 marzo, in cui la Presidente del Consiglio ripete ancora una volta la sua contrarietà alla pratica dell’utero in affitto.

Utero in Affitto: sfruttamento del corpo femminile

Possibile, si chiede Scaraffia, che solo per il fatto che sia venuta da Giorgia Meloni questa presa di posizione sia da criticare? Perché, fosse così, significherebbe ancora una volta che quando si entra nel merito di certi argomenti, la discussione viene subito indirizzata su binari precostituiti di preconcetti e posizioni politiche, senza entrare nel merito della questione in sé. “Non viene in mente – scrive Scaraffia  – che la gente l’ha votata [la Meloni n.d.r.] forse anche perché sa che le femmine sono diverse dai maschi, sa che nessuna donna ricca ha mai offerto né tanto meno venduto il suo utero per “aiutare” una coppia sterile, ed è convinta che è meglio avere una mamma e un papà piuttosto che un solo genitore o due dello stesso sesso?”
Frasi “forti” che, però, aiutano a indirizzare la riflessione nella giusta direzione: quella di utilizzare le ricorrenza diventate un po’ scontate anche e soprattutto per riflettere davvero sulle questioni importanti, senza fermarsi al “chi dice cosa”, ma solo al “cosa si dice”.
Perché davvero la Festa della Donna potrebbe essere l’occasione per ribadire che la maternità surrogata è una pratica che non aiuta certo la libertà delle donne. Anzi, in alcuni casi non fa altro che confermare “la potenza maschile dalla quotidiana visione di uomini… che possono aspirare ad avere un figlio con i gameti di uno di loro affittando l’utero di una donna povera, che poi sparirà dalla loro vita”.
Ben vengano, quindi, le discussioni intorno alla genitorialità transfrontaliera, un provvedimento che potrebbe riguardare davvero il diritto dei bambini, ma che rischia di aprire le porte all’utero in affitto. Ben venga la proposta – che la stessa Scaraffia sottolinea nel suo articolo – di sanzionare per legge tale “sfruttamento del corpo femminile” in tutto il mondo. Quale occasione migliore della Festa della Donna per ricordarlo?