Figli in Attesa, vacanze, Romania: ecco i mandati che Ai.Bi. accetta ancora

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La decisione di Amici dei Bambini, datata 16 ottobre 2014, di sospendere l’accettazione di nuovi mandati per l’adozione internazionale ha destato, come era prevedibile, notevole scalpore: non solo tra le famiglie adottive o aspiranti tali, ma anche tra gli addetti ai lavori e i media di settore.

La sospensione però non è totale: l’aspetto più importante, il primo elemento da considerare, resta sempre il superiore interesse del minore a trovare una famiglia che lo accolga e gli restituisca la dignità di figlio. E Ai.Bi. sa bene che ci sono dei casi particolarmente sensibili.

Per questo, la nostra associazione continuerà ad accettare gli incarichi relativamente a 3 tipologie di mandati: quelli per l’adozione di minori inclusi nella rubrica “Figli in Attesa”, quelli per l’adozione di minori che già hanno fatto conoscenza degli aspiranti genitori adottivi durante vacanze in Italia e quelli per l’adozione di minori provenienti dalla Romania.

Non ci chiameremmo “Amici dei Bambini”, innanzitutto, se non avessimo particolarmente a cuore la sorte dei bambini con necessità speciali: quelli che, per ragioni di salute o anagrafiche, hanno meno possibilità degli altri di trovare una famiglia. Sono i “Figli in Attesa”: bambini di cui raccontiamo la storia nella nostra omonima rubrica e che gli aspiranti genitori prendono a cuore, desiderando accogliere proprio loro, salvandoli così da un abbandono che rischia di diventare irreparabile.

Ci sono poi i minori che giungono in Italia per brevi periodi di vacanza e vengono ospitati da famiglie del nostro Paese. Entrano di fatto nel contesto familiare e nel cuore dei genitori ospitanti che per alcune settimane li accolgono come veri figli. Si parla in genere di vacanze terapeutiche, perché nate con lo scopo di regalare una vacanza in un contesto salubre  a bambini originari di Paesi in cui la loro salute potrebbe essere gravemente compromessa, come l’Ucraina dopo la tragedia della centrale nucleare di Chernobyl. E proprio dal Paese ex-sovietico, nel corso degli anni, sono giunti in vacanza diversi minori ospitati da famiglie italiane. Quelle stesse famiglie che aprono le loro porte durante questi periodi di vacanza potranno fare in modo di adottare questi bambini, che quindi potranno diventare figli a tutti gli effetti di coppie che già li hanno conosciuti, accolti, amati.

Infine, Amici dei Bambini continuerà ad accettare i mandati per le adozioni in Romania. Un’eccezione dovuta al fatto che il sistema voluto da Bucarest prevede una regola particolare: l’adozione dei bambini rumeni è possibile solo se almeno uno dei due genitori accoglienti è anch’egli rumeno. Tradotto: un minore proveniente dal Paese dei Carpazi può essere adottato in Italia solo da coppie miste (con un genitore italiano e uno rumeno) o da coppie sue connazionali (con entrambi i genitori rumeni). La popolazione rumena residente nel nostro Paese sfiora il milione di persone: nel 2012, secondo i dati Istat, toccava quota 933.354. Facile capire, quindi, quanto possa essere probabile per un bambino romeno abbandonato o orfano trovare una nuova famiglia in Italia. Dove però ci sono solo 3 enti accreditati a operare in Romania: se Ai.Bi. si tirasse indietro, troppi minori rumeni non avrebbero modo di trovare dei nuovi genitori.