Figli senza padri, padri senza figli: 19 marzo, ridare un senso alla festa di ogni papà

PAPAÈ sintomatico notare che quando si verifica l’abbandono di un minore, si cerchi sempre la madre che lo ha rifiutato, ma mai il padre. Perché?

In molte culture e paesi, i padri sono sempre assenti: dai paesi dell’Europa dell’est a quelli africani sembra che tutto il peso sia sulla mamma. Perché? Forse perché la madre instaura un rapporto simbiotico col proprio figlio da subito, sin da quando è ancora impercettibile dentro di lei. O ancora, perché nelle culture più o meno tradizionali la madre è colei che si occupa dei figli sempre, li accompagna dal grembo, alla culla, fino alla scuola passo dopo passo, senza lasciarli mai soli.

In Italia, come del resto in altre parti del mondo – soprattutto negli Stati Uniti – sta dilagando il fenomeno dei cosiddetti figli “fatherless”, senza padre. Separazioni e divorzi, infatti, negano a tanti bambini il diritto di crescere con due genitori accanto, ogni giorno. Oggigiorno, infatti, la famiglia risente di una fragilità che si ripercuote anche sul ruolo dei papà, negando a volte ai figli quella certezza dell’amore che regala la gioia di vivere quotidianamente le relazioni familiari.

Le recenti battaglie per i matrimoni e adozione gay sembrano mettere in evidenza l’inutilità di un qualsiasi ruolo del padre. Perché i ruoli genitoriali si definiscono nel confronto fra uomo e donna.

Che senso dare, allora, alla festa del papà? E perché celebrarla proprio il 19 marzo, la ricorrenza di San Giuseppe, il padre adottivo di Gesù? Forse non è un caso questa sovrapposizione: chi è Giuseppe per Gesù? Il vero padre, non colui che si è limitato a metterlo al mondo ( infatti non lo ha fatto) ma quello che lo ha accolto, quello che lo ha salvato da morte certa (secondo la legge ebraica, infatti, se Giuseppe non avesse riconosciuto Gesù come suo legittimo figlio, la mamma e il piccolo sarebbero stati lapidati), quello che gli ha insegnato un mestiere e quello che lo ha preparato allo svolgimento della sua missione.

Ecco allora che può avere un senso la festa del papà: colui che, accogliendo il figlio come suo figlio, sempre in ogni momento, anche in quelli più drammatici e difficili, continuamente li salva.

Come non pensare allora a tutti quei bambini e ragazzi che un padre non l’hanno mai conosciuto? A quelli che vivono abbandonati tra le fredde mura degli istituti, con tanti altri orfani. Fra questi, per esempio, c’è Pedro che vive da solo nella Casa Famiglia di Campo Formoso a Bahia e ha bisogno dell’aiuto di tutti!

Ognuno di noi, può decidere di donare un po’ del proprio amore ai piccoli che vivono nella Casa Famiglia, affinché possano anche loro avere un papà, almeno per un giorno.

Attraverso Ai.Bi. sarà possibile fare una donazione per questi bambini e dar loro una speranza di un futuro migliore.

Potrai regalare una cesta di giocattoli ad un bambino con soli 15 euro; renderlo felice con un kit del piccolo scolaretto, con 25 euro; comprargli dei vestiti nuovi per la scuola e le occasioni speciali con 50 euro; aiutarlo a compiere un percorso di accompagnamento psico-sociale con 75 euro; o, infine, assicurargli una visita specialistica con 100 euro.

E’ un modo speciale per dare, almeno per un giorno, un papà a tanti bimbi che non l’hanno mai avuto. E che proprio per questa mancanza, apprezzeranno molto di più il tuo gesto paterno di pensare a loro come figli, e di fare loro dei regali proprio come se fossi il loro papà. Non daranno per scontato questo gesto, e lo porteranno sempre nel loro cuore.

 

Vuoi saperne di più?

Visita la pagina dedicata alla festa del papà