Figlio adottivo o persona adottata?

Un giorno mi sono ritrovata a discutere, su una pagina Facebook, su questa domanda. 

Ovviamente per me la risposta è una sola: figlio adottivo…

Il blogger sosteneva che essere definiti “figli adottivi” non andava bene, perché ci riduce a figure infantili e questo ha delle conseguenze negative:

  • i pensieri di queste persone vengono minimizzati
  •  subiscono manipolazioni mentali e ciò li porta a dubitare di loro stessi e di ciò che pensano
  • sono alla continua ricerca dell’approvazione sociale. 

Inoltre definirci FIGLI ADOTTIVI è come dire che siamo figli di tutti perché originariamente di nessuno.
Praticamente una folla di persone che ogni giorno vive in una situazione di pessimismo generale per la grande sfortuna che gli è capitata: “mi hanno abbandonato, sono stata adottata”
E quindi, di conseguenza, hanno questa grandissima ferita dentro che non riusciranno mai più a rimarginare perché è troppo profonda e lacerante. 

Bhe!!! Non sono d’accordo. 

Certo c’è stata una partenza difficile, abbiamo dovuto vivere per qualche tempo da soli, senza nessuno che ci amasse veramente, ma con qualcuno che ci ha solo accuditi.
Ma, poi, si diventa grandi e si fanno i conti con quella ferita che non deve diventare una scusa dietro la quale nascondersi. 

“Poverino, non riuscirà mai a vivere serenamente con quella ferita…” Questo l’ho sentito dire da genitori adottivi e mi ha spaventato perché sono i primi che dovrebbero aiutare i propri figli a vedere oltre quell’abbandono e aiutarli a comprendere che sono diventati figli e non sono rimasti soli ad aspettare in attesa di qualcuno che li amasse.
Ho provato più volte a far capire che la parola FIGLIO vale per qualsiasi bambino che ha una mamma e un papà al di là dell’essere biologico o adottivo; perchè quando si raggiunge la consapevolezza che essere stati adottati e, quindi, l’essere diventati figli, è stata la più grande giustizia che hai avuto, non puoi rimanere in silenzio e non condividere questa bellezza.

Purtroppo c’è chi non vuole il confronto con altri perché convinto che le proprie idee siano giuste e insindacabili. Anzi, si viene “accusati” di essere persone smielate, sdolcinate, che vogliono solo raccontare una favoletta che però non rispecchia la vera narrazione di persone con background adottivo.