Tutti in fila per il vaccino: il 30 settembre ultimo giorno utile per essere in regola con il Green Pass il 15 di ottobre

Dopo la comunicazione dell’estensione dell’obbligo di Green Pass è corsa alla vaccinazione. 4,1 milioni i lavoratori ancora da vaccinare: richieste raddoppiate in alcune regioni

Nell’ottica del Governo, estendere l’obbligo del Green Pass aveva soprattutto un obiettivo specifico: incentivare la campagna vaccinale. I primi dati che arrivano dalle Regioni suggeriscono che la direzione è quella giusta: secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, il Commissario Figliuolo ha parlato di un aumento del 35% delle vaccinazioni e una crescita delle prenotazioni dal 20% al 40%.

Prenotazioni di prime dosi di vaccinazione raddoppiate in alcune regioni

A crescere, naturalmente, sono le prime dosi, quelle che allargano la platea degli immunizzati: gli ultimi dati vedono salire la soglia di prime somministrazioni a circa 75 mila al giorno, contro le 63 mila della settimana precedente all’introduzione dell’obbligo.
In alcune regioni come la Lombardia, il Piemonte e l’Emilia Romagna, le prenotazioni sono raddoppiate in una solo giorno, e anche se in un certo senso si sperava in una risposta immediata di questo tipo, la speranza è che il trend possa continuare anche nei prossimi giorni. Vero è che, tenendo conto che il Green Pass è attivo dopo 15 giorni dalla prima somministrazione, chi vuole essere in regola per il 15 ottobre, data del via dell’obbligo nei luoghi di lavoro pubblici e privati, deve riuscire a vaccinarsi prima della fine di settembre.

Oltre 4 milioni di lavoratori ancora senza vaccinazione

Secondo le stime, a oggi ancora 4,1 milioni di persone risultano senza Green Pass, da qui l’attesa che i numeri possano ancora crescere.
L’alternativa, come noto, è effettuare un tampone, la cui validità, per quanto riguarda quello molecolare, verrà estesa, grazie a un decreto di prossima approvazione, a 72 ore. Esclusa l’ipotesi di tamponi gratuiti, i lavoratori che non volessero vaccinarsi devono provvedere di tasca propria. I prezzi calmierati che dovrebbero essere introdotti, però, riguarderanno i tamponi antigenici rapidi, la cui validità rimane di 48 ore. Significa eseguire un tampone ogni 2 giorni per un totale di 3 a settimana. Anche a 15 euro l’uno si tratterebbe di una spesa di circa 180 – 200 euro al mese.