Filippo Galli (Milan): “Divertimento, motivazione, integrazione: è questo il circolo virtuoso con cui il calcio ‘accoglie’ i bambini adottati”

filippo galliSaranno i piccoli campioni del Milan, domenica 12 giugno, ad aprire le fasi finali del XII torneo “Amici dei Bambini”. Lo faranno come sempre consapevoli che, dietro ogni vittoria e ogni sconfitta sul campo, c’è un passo importante nella loro crescita umana. Come ha sempre insegnato loro Filippo Galli, responsabile del settore giovanile rossonero. È lui a coordinare le formazioni del vivaio milanista, tra cui quella della categoria Esordienti 2003 che, tra pochi giorni, tenterà di strappare il trofeo “Amici dei Bambini” ai cugini nerazzurri, vincitori dell’edizione 2015. La manifestazione è organizzata dall’Unione Sportiva Aldini Bariviera e, oltre a essere una vetrina importante per i calciatori in erba, è soprattutto una grande occasione di solidarietà. Il torneo, infatti, è organizzato in collaborazione con Ai.Bi., ai cui progetti vengono devoluti gli incassi dell’iniziativa. Quest’anno la società del presidente Massimiliano Borsani ha deciso di supportare la campagna di sostegno a distanza Fame di Mamma, per la lotta all’abbandono in Italia.

Tra le 28 squadre partecipanti, 7 sono formazioni giovanili di società professionistiche: una di queste è proprio il Milan di “mister” Galli.

Nato a Monza nel 1963, Filippo Galli è stato difensore nelle fila rossonere dal 1983 al 1996, vincendo tutto in Italia, in Europa e nel mondo. Dal 2006 siede in panchina: prima come allenatore della Primavera del Milan, quindi come vice di Carlo Ancelotti alla guida della prima squadra, per poi assumere il ruolo di responsabile del settore giovanile rossonero.

 

Il calcio è la grande passione della maggior parte dei bambini italiani, ma può essere anche un importante strumento educativo per i più piccoli. In che modo il pallone può diventare un mezzo di formazione?

Lo sport, e in particolare il calcio, hanno un valore formativo notevole. Più piccoli sono i bambini più è necessario lavorare sui valori fondamentali: il rispetto dei compagni, degli avversari, delle regole e di chi deve fare rispettare queste regole.

 

Nello specifico, la società del Milan come interpreta il ruolo educativo del calcio per i ragazzi?

Al Milan dedichiamo particolare attenzione alla scelta e alla formazione delle figure adulte che dovranno educare i bambini. Queste persone devono essere in grado innanzitutto di formare i ragazzi ai valori che permetteranno loro di maturare dal punto di vista umano: la vittoria, la sconfitta, la sportività, la lealtà. Gli aspetti tecnici hanno il loro spazio, ma vengono dopo rispetto ai valori.

 

Il Milan è una delle società sportive più titolate al mondo. Probabilmente accade spesso che un bambino, quando inizia a indossare la maglia rossonera, si aspetti di arrivare a grandi livelli. In molti casi, poi, non sarà così. Come riuscite a conciliare necessità educative e aspettative dei piccoli calciatori?

Ancora una volta è fondamentale la preparazione delle figure adulte che seguono i ragazzi. Devono essere brave a far capire sia ai bambini che alle loro famiglie che quello del calcio è un percorso lungo e un importante momento di crescita. Non ci sono solo gli aspetti tecnici, ma soprattutto quelli relazionali che una società sportiva, al pari della scuola e delle altre agenzie educative, sono chiamate a coltivare.

 

Le è capitato di allenare anche dei bambini o dei ragazzi adottati? Come può il calcio aiutarli nel loro processo di integrazione?

È necessario farli sentire da subito a casa loro, in un ambiente familiare a tutti gli effetti. Il segreto è riuscire a creare un circolo virtuoso: far divertire il bambino, in modo da aumentare le sue motivazioni e permettergli così di sentirsi sempre più a suo agio nella comunità che l’ha accolto.