Firenze. Un altro bambino salvato da una culla per la vita: ora il piccolo Francesco potrà essere adottato

culla pedrianoQuando il gesto di una mamma si trasforma in un grande atto d’amore. In un vero e grande dono di vita. Il secondo dopo quello legato al parto. Perché l’affidare il proprio bambino (appena nato o anche di pochi mesi) al calore e protezione di una “Culla per la vita” vuol dire concretamente dargli una seconda e concreta chance di vita. Perché in questo modo, io mamma sono certa che mio figlio, di cui non mi posso prendere cura, avrà una famiglia che lo accoglierà.

Come succederà al piccolo Francesco il neonato di due mesi lasciato nella “ruota” di Careggi, a Firenze, e come è successo agli altri bambini che negli anni hanno trovato riparo nelle 50 culle per la vita  distribuite in tutta Italia.

L’ultimo caso risale a qualche giorno fa, 21 febbraio: ad accompagnare il piccolo in questa nuova vita, lontano dalla mamma che lo ha partorito e allattato per due mesi, un foglio di dimissioni (con pochi numeri: il peso, la lunghezza e l’età gestazionale) e un biglietto. Ma senza parole, non una richiesta d’aiuto. Era vestito con una tutina e avvolto in una coperta, pulito e in ordine come se fosse uscito per un giro con la mamma e il babbo, Francesco è stato lasciato nella culla “Ninna Ho” attiva dal dicembre 2012, proprio per accogliere i neonati. A Capodanno del 2015, arrivò Daniela, una bella bambina che ha già camminato i suoi primi passi con la nuova famiglia.

Adesso il suo viaggio, il piccolo Francesco dovrà farlo con la sua nuova famiglia. Quella che lo accoglierà grazie al dono fatto dalla sua mamma.

Alla luce di tutto questo, assume un significato ancora  più importante la presenza della “Culla della Vita” di Ai.Bi., Amici dei Bambini, inaugurata il 1 dicembre 2015. La culla si trova a Pedriano (Melegnano, Milano) in via dei Pioppi, facilmente raggiungibile dalla rete di autostrade lombarde, e va a potenziare un’offerta ancora a macchia di leopardo in Lombardia. La culla di Ai.Bi è infatti l’unica nel territorio, nel sud della città di Milano.

Nella struttura dove è ospitata la culla sono presenti costantemente operatori specializzati nella presa in carico del neonato, nel rispetto dell’anonimato della mamma o di chi lascerà il bambino nella culletta.

Come funziona la culla per la vita di Ai.Bi?

Premendo un pulsante è possibile far aprire la nicchia, depositare il neonato e allontanarsi senza essere inquadrati dalle telecamere.  Queste, infatti, rilevano solo la presenza del neonato all’interno del vano e, attraverso un sensore, segnalano la presenza del bambino al personale sanitario. Oltre a garantire l’anonimato di chi vi lascia i neonati, la culla per la vita è dotata di una serie di dispositivi – riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo 24 ore su 24 e rete con il servizio di soccorso medico – che permettono il pronto intervento per la salvaguardia del bambino.

In Italia sono circa 50 le culle, come quella di Ai.Bi a Pedriano (in provincia di Milano)  e un elenco si trova sul sito del Movimento per la vita (www.mpv.org) . La prima ad essere aperta (secondo la lista del MPV) è quella di AOSTA nel 1993. Le culle sono presenti in 13 regioni italiane in testa la Lombardia e segue il Veneto con 7. Ma potrebbero esserci altre culle non rese pubbliche e/o non comprese in questa lista. Ed è proprio questo ciò che condiziona la scelta di una mamma: quella di non abortire dando la possibilità al figlio di avere una chance di vita, la culla termica dove viene preso in cura da operatori specializzati. In totale anonimato per la madre. Per una madre che non può o non vuole tenere con sé il proprio figlio, sapere di poter essere rintracciata costituirebbe un forte incentivo a soluzioni ancora più drammatiche, come l’aborto o l’infanticidio. Soluzioni che toglierebbero la vita al bambino, anziché aprirgli la possibilità di rinascere, come figlio adottivo.

Fonte: Quotidiano nazionale