Gabicce 2015. Ardizzi (Oltre l’Adozione): “Tornare all’operatività del 2011 all’insegna del coordinamento tra i vari soggetti. Altrimenti il sistema-adozioni si fermerà per sempre”

ARDIZZIRimettere in moto la macchina che si è fermata nel 2011. Solo così si potrà salvare l’adozione internazionale dall’inarrestabile declino a cui oggi pare destinata. Parola di Pietro Ardizzi, portavoce del coordinamento di enti autorizzati “Oltre l’Adozione”. Ci sarà anche il suo intervento tra quelli previsti nel corso del convegno “Adozione internazionale in cerca di futuro. La scelta politica dell’accoglienza”, in programma a Gabicce Mare, in provincia di Pesaro e Urbino, il 26 e 27 agosto. L’incontro, promosso e organizzato da Amici dei Bambini, sarà la giusta occasione per mettere a confronto i punti di vista dei vari attori del sistema: dalle istituzioni ai servizi sociali, dagli enti alle famiglie, rappresentante dalle loro associazioni.

“Il convegno di Gabicce sarà un momento costruttivo a cui è necessario partecipare – auspica Ardizzi – e poi rendere concreto ciò che vi si proporrà. Non come in passato quando il potenziale apporto positivo di altre occasioni di incontro si è poi rapidamente perso.

Secondo il portavoce di “Oltre l’Adozine”, ciò che è mancato negli ultimi anni è stata proprio la coordinazione tra i vari soggetti del sistema. “Fino al 2011 la macchina dell’adozione internazionale italiana funzionava – spiega Ardizzi -. Poi tutto si è bloccato. E gli effetti si sono visti nella quantità e nella qualità delle adozioni: il numero di minori stranieri accolti è crollato e le famiglie incontrano sempre più difficoltà”.

Bambini e famiglie: i veri protagonisti del mondo dell’adozione. Gli altri attori – Commissione adozioni internazionali, Enti, Tribunali per i Minorenni, Servizi sociali – “li stabilisce la legge”. Tutti loro sono chiamati a un lavoro difficile, ma “se non fanno rete – avverte Ardizzi – a perderci di più sono proprio i minori e le coppie”. La sensazione, oggi, è che “ci si stia avvicinando al momento in cui il sistema si bloccherà definitivamente.

Per evitare che questo accada, e quindi per permettere all’adozione internazionale di uscire dalla peggiore crisi della sua storia, “serve ritornare all’operatività del 2011”. E la parola d’ordine deve essere “collaborazione”. “Se tutti o quasi gli enti denunciano problemi comuni ricorda Ardizzi -, dalla scarsità di risorse ai protocolli che non funzionano, è necessario che essi si coordinino. Solo così potranno superare le falle del sistema. Le forme di coordinamento sono sempre positive: chi fa da solo crede di poter bastare a sé stesso, ma non può andare lontano”.

Ma il punto nevralgico è la componente istituzionale. “Dal 2011 tutto si è fermato – evidenzia il portavoce di “Oltre l’Adozione” -, dalla Cai ai tavoli di lavoro. E si sono succeduti 4 governi che non hanno dato risposte concrete alla crisi”. “In mancanza di un sistema governato – avverte Ardizzi – famiglie, enti, tribunali e servizi possono fare poco”.

Insomma è necessario che ognuno torni a fare la propria parte. “Il sistema non è da buttare – conclude Ardizzi -, ma va riavviato basandosi sulla collaborazione tra i vari soggetti”. Il convegno di Gabicce potrebbe essere un importante passo in questa direzione.