Gandolfini: “Fondi pubblici per club di prostituzione gay” e il Direttore di UNAR, dopo il servizio delle Iene, si dimette

unarL’Unar, Ufficio antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio, è nella bufera dopo le polemiche sui finanziamenti a associazioni gay scatenate da un servizio delle Iene, e il suo direttore, Francesco Spano, si è dimesso ieri sera, 20 febbraio, dopo un lungo colloquio a Palazzo Chigi con il sottosegretario Maria Elena Boschi.

Dimissioni che “vogliono essere un segno di rispetto al ruolo e al lavoro che ha svolto e continua a svolgere l’Unar” sottolinea Palazzo Chigi in una nota, in cui si precisa che “disporrà la sospensione in autotutela del Bando di assegnazione (pari a 55 mila euro ndr) oggetto dell’inchiesta giornalistica, per effettuare le ulteriori opportune verifiche. I relativi fondi, comunque, non sono stati ancora erogati“.

A chiedere a gran voce le dimissioni di Spano e la chiusura dell’Unar sono stati numerosi parlamentari di un arco che va dal centrodestra alla Lega Nord al M5S. Il motivo, un servizio delle Iene trasmesso su Italia 1, nel quale si accusa l’Unar di aver finanziato una associazione di persone omosessuali a cui fanno capo circoli nei quali si praticherebbe prostituzione maschile, e il direttore dell’Ufficio di essere socio di questa stessa associazione e dunque, secondo le accuse, in palese conflitto di interesse.

La presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, è stata la prima a protestare con veemenza e ad annunciare la presentazione di un’interrogazione urgente al Governo per chiedere la chiusura immediata dell’Unar e le dimissioni del suo direttore.

Il senatore Carlo Giovanardi ha chiesto che il premier Paolo Gentiloni o il sottosegretario Maria Elena Boschi “si presentino in Aula a spiegare come sia possibile che la Presidenza del Consiglio tramite l’Unar finanzi circoli dove si pratica la prostituzione e ogni tipo di aberrazioni sessuali, come ha dimostrato nei particolari il servizio delle Iene“.  Sulla vicenda si è mosso anche il Codacons, che ha presentato un esposto alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Roma, in cui si chiede di aprire un’indagine sull’utilizzo dei fondi pubblici da parte dell’Unar.

L’associazione “incriminata” sarebbe accreditata presso l’Unar e in quanto tale si sarebbe aggiudicata un bando da 55mila euro. L’Unar, che dipende dal Dipartimento per le Pari opportunità diretto da Boschi, è stato istituito nel 2003 con lo scopo di promuovere la parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica, anche attraverso la concessione di fondi ad associazioni che si adoperano in questo senso.

Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di sollevare il velo di omertà ed ipocrisia – afferma Massimo Gandolfini, presidente del Comitato promotore del Family day – che copre il mondo della prostituzione gay: il servizio de Le Iene ha fotografato una realtà che denunciamo da tempo, ma che il politicamente corretto si ostina a negare. Non ci è nota l’associazione in causa ma non è certamente l’unica che travestendosi di scopi culturali per pagare meno tasse persegue scopi ignobili. Tutto ciò è aggravato dal silenzio delle Istituzioni: sono passati 14 giorni dall’inchiesta e il Dipartimento delle Pari Opportunità tace”.

E, magari, queste sono le stesse associazioni accreditate per l’educazione scolastica dei nostri figli – continuacontro la discriminazione di “genere” ed il bullismo? E i dirigenti che elargiscono fondi pubblici sono veramente in conflitto di interessi?”.

Una persona seria innanzitutto chiederebbe scusa, farebbe pulizia dentro L’UNAR – conclude – e ascolterebbe chi rappresenta tantissime famiglie italiane preoccupate per quanto sta accadendo, non già per il futuro del PD quanto per il futuro dei propri figli. Questa vicenda non deve cadere nel silenzio: è un fatto gravissimo su cui vigileremo con grande attenzione. E aspettiamo risposte concrete, perché se così non fosse potrebbe crescere negli italiani un terribile dubbio: connivenza?