Gennaio 2014: 2156 persone sbarcate sulle coste italiane, ma l’accoglienza “giusta” è ancora una chimera. La proposta di Chaouki

lampedusa350Non si fermano gli sbarchi, nemmeno in inverno. Solo nel primo mese del 2014, i migranti sbarcati sulle coste italiane sono stati 2.156, contro i 217 del gennaio del 2013: quasi dieci volte tanto.

Le ultime notizie, mercoledì 5 febbraio, parlano dell’avvistamento di ben sei natanti in viaggio verso Lampedusa, con a bordo un altro migliaio circa di disperati; già nella mattinata, è stato soccorso un barcone che portava 102 uomini, tra cui 18 minorenni. Questo, proprio nel giorno in cui escono i dati ufficiali relativi agli sbarchi del 2013: 42.925 stranieri, il 325% in più rispetto all’anno precedente, dei quali 3.818 minori non accompagnati. E c’è chi si ostina a non considerarla un’emergenza, o a non prendere i provvedimenti necessari.

Di fronte a un fenomeno di così vaste proporzioni , c’è decisamente bisogno di rivedere il concetto di accoglienza: Amici dei Bambini, su questo tema, ha costruito un intero progetto dedicato ai minori stranieri non accompagnati. Ora arriva persino una proposta di legge, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’immigrazione: l’hanno presentata i tre deputati del PD, Khalid Chaouki, Paolo Beni ed Ermete Realacci, e prevede l’istituzione della “Giornata della Memoria e dell’Accoglienza”, il 3 ottobre, in ricordo della recente strage avvenuta al largo dell’isola di Lampedusa. L’intento – recita l’articolo 1 – è quello di ricordare lo sterminio silenzioso e spesso invisibile che si consuma nel Canale di Sicilia e sulle rotte di terra percorse da popoli in fuga da persecuzioni, deportazione, prigionia, guerre e miseria, e tutti coloro che, anche a rischio della propria vita, salvano quella degli altri, offrono accoglienza e proteggono i migranti.”

Alla proposta di legge, anche attraverso la petizione lanciata online su change.org, hanno già aderito oltre 25 mila persone e 50 parlamentari.

Intanto arriva l’ennesima segnalazione di una situazione di estremo disagio, questa volta riguardante il Centro accoglienza richiedenti asilo (o Cara) di Castelnuovo di Porto, in provincia di Roma, dove sono attualmente ospitati 650 immigrati, fra cui molti bambini. In seguito alle inondazioni che hanno coinvolto la zona, è stato necessario lo sgombero delle famiglie, fra mille difficoltà. La portavoce dell’Unhcr, Carlotta Sami, ne ha approfittato per denunciare l’ingiusta “detenzione” di molti degli ospiti del centro: “Innanzitutto i tempi di attesa per ogni richiedente asilo restano troppo lunghi, protraendosi oltre il limite stabilito dei 35 giorni che non viene in genere rispettato”, ha spiegato Sami. Il diritto all’accoglienza non viene così garantito. Poi si verificano situazioni particolari di famiglie che restano al Cara per mesi e mesi, a volte anche per oltre un anno e più.” 

Il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, nel corso della sua audizione presso la commissione Migrazione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, oltre a promettere di attivarsi per ridurre i tempi di permanenza nei centri, ha tenuto a ribadire l’impegno del Ministero sia per “il miglioramento dell’attuale modello di accoglienza sotto il profilo della razionalizzazione delle procedure di riconoscimento della protezione internazionale, sia di un’ulteriore qualificazione dei servizi erogati nei centri.”

Grande assente, dai proclami di rito del governo, è sempre quell’idea di accoglienza “giusta”, per tanti minori stranieri non accompagnati, che Ai.Bi. si ostina a portare avanti da mesi, e che è fatta soprattutto di affido temporaneo presso famiglie disponibili (sono quasi 1200 quelle che hanno risposto finora all’appello per Bambini in Alto Mare) e case di accoglienza adeguate, più “a misura di bambino”. Senza prendere in considerazione queste soluzioni alternative e la disponibilità di tante associazioni e privati, pronti a collaborare e a fornire strutture allo scopo, come si può pensare di far fronte all’emergenza? A quando l’avvio di una cabina di regia per affrontare in maniera seria, organica e razionale il problema?