Ghana. La cooperazione internazionale “personalizzata”: il reinserimento familiare dei bambini dell’orfanotrofio

Una delle principali attività portate avanti dal progetto di Ai.Bi. finanziato dalla CAI è finalizzata a rintracciare le famiglie di origine dei minori ospitati negli orfanotrofi per valutare e accompagnare il loro reinserimento in famiglia.

ll coordinatore delle attività del progetto CAI in atto in Ghana, dove Ai.Bi. coordina le operazioni all’interno dell’iniziativa “HOME – GHana, COsta d’Avorio, Sierra Leone: un Network per l’accoglienza e l’educazione di Minori vulnErabili”, sta assistendo gli operatore sociali dell’orfanotrofio Osu Children’s Home nel reperire le informazioni sulle famiglie di origine dei bambini presenti.
Si tratta di un’attività necessaria sia per poter profilare meglio i minori, sia per facilitare l’individuazione di casi “pronti” per il reintegro, dando così successivamente modo alla famiglia– biologica o allargata – di partecipare al training formativo rivolto a coloro che si occupano in primis delle cure dei minori.

Reinserimento familiare: un’attività difficile ma fondamentale

Ogni caso affrontato nasconde insidie e difficoltà, ma anche grande soddisfazione per quando si riesce a ricongiungere un minore alla sua famiglia.
Alla fine di dicembre, per esempio, la stessa direttrice dell’orfanotrofio ha contattato il coordinatore delle attività per comunicare che una diciassettenne avrebbe fatto ritorno all’Osu dopo aver terminato a Ho, nella regione del Volta, il suo corso vocazionale, per essere al più presto ricongiunta con la propria famiglia di origine sita ad Accra. gli assistenti sociali sono riusciti a individuare un parente, ma è servito un supporto da parte di Ai.Bi. per poter andare a visitare il luogo di origine della ragazza.

Così, il 10 gennaio, il coordinatore delle attività insieme a due operatori sociali dell’orfanotrofio Osu si sono recati a casa di S. Nsawam. Durante la visita hanno incontrato la zia e sua figlia, che li hanno accolti e hanno intrattenuto con loro una discussione piuttosto fruttuosa: l’impressione generale è stata che la zia sia pronta e felice di accettare nuovamente S. nella sua famiglia. Nonostante la donna viva sola, in una casa costituita da una sola stanza, ha assicurato che S. avrebbe avuto abbastanza spazio per vivere con lei.
L’iter prevede che i dettagli della visita siano poi consegnati al coordinatore dell’attività: il fatto che il team di progetto abbia lavorato sulla scheda dedicata alla visite di monitoraggio attualmente in uso per gli assistenti sociali di Osu, è stato un fatto molto apprezzato dagli stessi e che ha facilitato un po’ le operazioni.

L’attività di reinserimento familiare così come tutte quelle portate avanti da Ai.Bi. in Ghana possono essere sostenute tramite una donazione o attivando un’Adozione a distanza.