Giornata della memoria e aborto: un olocausto che continua…

Bertoglio:”Tutte le affermazioni che ho messo in bocca alle vittime dell’Olocausto si possono applicare ai bambini non ancora nati”. L’OMS stima che in tutto il mondo siano praticati 50 milioni di aborti all’anno.

“Tutto questo è stato possibile perché dicevano che non eravamo persone umane. Nessuno farebbe ad un uomo o una donna quello che veniva fatto a noi.

Per poterlo fare, è necessario tacitare la coscienza; ingurgitare passivamente una propaganda che stabilisce chi è uomo e chi non lo è.

La società aveva bevuto questa dottrina; non si scandalizzava più.

Sarebbe inorridita se quello che ci accadeva fosse avvenuto ai suoi figli e alle sue figlie; ma noi non eravamo considerati tali

anche se avevamo gambe, braccia, occhi e persino unghie come ciascuno di voi.

Ci uccidevano per il solo fatto che esistevamo.

Non avevamo fatto nulla di male; solo, avevamo la colpa di vivere. Se poi eravamo disabili, molto piccoli, fragili, non c’era speranza…”

Così inizia un monologo riportato da Aleteia e pubblicato nel blog di Chiara Bertoglio, dove l’autrice si è voluta immedesimare in una delle vittime dell’Olocausto che oggi, 27 gennaio, giornata della Memoria si ricordano, perché  quei terribili fatti rimangano impressi nella memoria delle generazioni future, si tramandino e non accadano mai più!

Eppure, come ricorda l’autrice al termine del suo monologo, c’è un altro Olocausto silenzioso che si compie oggi: “su milioni di bambini cui viene negato il diritto alla vita”.

Dal web magazine Informazione Cattolica si apprende che l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che in tutto il mondo siano praticati 50 milioni di aborti all’anno. Un numero impressionante.

Il paragone è forte, fortissimo certo.

E come evidenzia Aleteia, riportando il pensiero dell’autrice, con ciò non si intende certo voler “in nessun modo” accusare di “nazismo le donne che abortiscono”.

Nessuno infatti può immaginare la profonda sofferenza che portano con sé. Né in alcun modo sminuire l’Olocausto, una pagina tremenda e dolorosa.

Ma nel rileggere i versi di quel monologo non è possibile non scorgere che: “la stessa indifferenza e gli stessi mortiferi principi sulla “non umanità” dei non nati stanno ancora germogliando fra noi”.

Tutte le affermazioni che ho messo in bocca alle vittime dell’Olocausto si possono applicare ai bambini non ancora nati – sottolinea l’autrice con una speranza – Che questa doverosa, grande e cruciale celebrazione ci aiuti a ricordare che non esiste mai una vita umana che non sia degna di essere vissuta. Mai”.