Giovani, famiglia, immigrazione e…anziani: i 4 “pilastri” UE contro la denatalità

La Commissione Europea ha rilasciato una comunicazione nella quale individua 4 temi fondamentali su cui lavorare per “gestire l’evoluzione demografica”: famiglia, giovani, generazioni più anziane e immigrazione

Il problema del calo della natalità è una questione che in Italia è più sentito che altrove, ma che certo non riguarda solo il nostro Paese. Dalla Cina agli Stati Uniti, tantissime nazioni si trovano ad avere a che fare con questo problema che, non a caso, è arrivato anche sul tavolo della Commissione Europea. Mercoledì 11 ottobre è stata illustrata una comunicazione contenente una serie di strumenti politici che sono a disposizione degli Stati membri per “gestire l’evoluzione demografica e i relativi effetti sulla società e sull’economia dell’UE”.

I 4 pilastri dell’UE per gestire l’evoluzione demografica

L’approccio globale all’evoluzione demografica suggerito dalla UE posa su 4 pilastri fondamentali. Il primo è il sostegno ai genitori “tramite una migliore conciliazione fra aspirazioni familiari e lavoro retribuito”, in particolare grazie alla disponibilità di strutture di qualità per l’infanzia e a un adeguato equilibrio tra vita professionale e vita privata.
Il secondo pilastro punta invece sui giovani, sostenendoli per metterli nelle “condizione di prosperare e sviluppare le competenze” agevolando l’accesso al mercato del lavoro e a un alloggio a prezzo abbordabile.
Il terzo pilastro è rivolto alle generazioni più anziane, per cercare di mantenere il loro benessere tramite riforme “cui si associno politiche adeguate sul mercato del lavoro e il luogo di lavoro”.
Quarto e ultimi pilastro è una migrazione regolare e controllata, “in totale complementarità con la valorizzazione dei talenti interni all’UE”.

Politiche integrate che coinvolgano la società civile

Queste, naturalmente, sono delle indicazioni piuttosto generali che offrono una cornice all’interno della quale si dovrebbero integrare le politiche dei singoli stati, specie pensando a quelli “che subiscono il fenomeno del declino demografico e di una considerevole mobilità in uscita dei lavoratori giovani (‘fuga di cervelli’)”.
Consapevoli che, però, le decisioni della politica da sole non bastano, la Commissione invita anche a “promuovere la partecipazione attiva dei cittadini”, coinvolgendo tutti i soggetti d’interesse, parti sociali e organizzazioni della società civile fra gli altri.
La comunicazione, infine, ricorda come tra gli strumenti a disposizione degli Stati membri ci sono anche degli strumenti di finanziamento, come per esempio il dispositivo per la ripresa e la resilienza e il Fondo sociale europeo Plus (FSE+).