Giuda ha veramente tradito Gesù? Dibattito sulla figura di Giuda fra teologi e famiglie adottive e affidatarie

Monte Colombo, Rimini, 30 agosto – È davvero necessario un tradimento per iniziare un progetto di salvezza? Sembra questo il significato della vicenda di Giuda Iscariota, l’Apostolo che tradì il suo Maestro. Questa la sentenza della tradizione, ma sono diverse le domande lasciate aperte dalle fonti:

–          era proprio necessario il tradimento di Giuda per aprire la via della salvezza?
–          E allora, se l’intervento di Giuda era un atto superfluo, perché i sacerdoti accettarono di pagare trenta denari per una collaborazione inutile?
–          E poi, trenta denari: perché così pochi per il tradimento di Gesù di Nazareth in persona?
–          Perché nessuno degli Apostoli fermò Giuda?

Queste e altre le domande risuonate nel Teatro Leo Amici del Piccolo Paese del Lago di Monte Colombo giovedì 30 agosto, in occasione della IX Giornata di studio e confronto sulla spiritualità dell’adozione, organizzata da Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini e dal movimento di famiglie adottive e affidatarie La Pietra Scartata.

Nell’intenso dibattito sollevato dalle questioni Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., sforzandosi di trarre Giuda fuori dal “mito del traditore” cerca di entrare nella vicenda umana dell’Iscariota, per cogliere il significato che potrebbe avere oggi la sua figura alla luce della spiritualità dell’adozione, patrimonio essenziale di Amici dei Bambini.

Ne esce una prospettiva nuova, la figura di un Apostolo che si fa esecutore scrupoloso di un compito affidatogli dal Maestro stesso: collaborare all’avvio di un progetto di salvezza.

Una rilettura della Parola di Dio che aiuta a penetrare il significato dell’abbandono di un minore, il gesto nel quale una madre, con tutta apparenza, tradisce il proprio figlio.

È necessario il tradimento nell’economia della salvezza? Alla luce della spiritualità dell’adozione ciò che poteva sembrare un tradimento si rivela essere la fase iniziale della salvezza. Giuda era profondamente convinto di svolgere un incarico delicato, assegnatoli dal Maestro in persona che avrebbe dovuto segnare l’avvento del Regno di Dio su questa terra.

In che cosa avrebbe dovuto consistere questo progetto, che avrebbe avuto come obiettivo l’abbattimento del vecchio sistema per l’instaurazione di quello nuovo, ispirato al regno di Dio? Un colpo di stato, un atto rivoluzionario, una forte pressione politica delle folle? Un compromesso politico? Una trattativa segreta? Non ci è dato di saperlo, ma il momento era più che mai favorevole. Dopo la resurrezione di Lazzaro il potere di Gesù era arrivato all’apice e le folle lo avrebbero seguito; prova ne è l’ingresso trionfale a Gerusalemme assieme la rivolta contro il Tempio, cui sarebbe seguita l’esposizione del programma “politico” esposto nel Tempio stesso per rivelare con un linguaggio comprensibile a tutti i punti del progetto: un nuovo modello di società a misura d’Amore e non più della Legge.

Gli accadimenti si sono poi susseguiti in modo inaspettato da come avrebbe pensato Giuda, per via di un inatteso cambio di strategia. Il “non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu” (Mc 14, 36b) sembra dimostrare la non accettazione da parte di Dio del progetto di salvezza ideato da Giuda e da Gesù. La fiducia di Giuda in questo progetto non più realizzabile determina unacrisi di speranza: tutti i compagni sono fuggiti terrorizzati; Pietro, colui che sembrava il più coraggioso del gruppo, passa la notte a rinnegare Gesù.

Giuda avrebbe ben potuto fare come gli altri amici; fuggire, scappare, rinnegare, dimenticare, come se niente fosse avvenuto. Giuda ha creduto fortemente nel Maestro e nel suo progetto e ora compie il suo più grande sacrificio: sacrifica la sua speranza. Non crede che ci possa essere una via di salvezza alternativa al progetto pensato con Gesù e muore nella fedeltà al fallimento del loro progetto con il suo grido di abbandono: “Senza Gesù non c’è speranza di salvezza!”.

Che cosa ha da dire alla nostra spiritualità la Parola di Dio mentre ascoltiamo il grido di Giuda? Che di fronte a ogni presunto abbandono o tradimento occorre sospendere il giudizio.

Come comprendere infatti il gesto di una madre che abbandona il proprio figlio?

Il sacrificio di Giuda e della sua speranza in un progetto che ha visto fallire non sarà stato inutile, perché avrà aperto la speranza a un altro e diverso progetto della stessa e identica salvezza. La salvezza a volte risiede in un nuovo progetto non pensato né programmato da noi.

Così anche la salvezza di un bambino abbandonato non risiede in un progetto pensato e ideato da noi.