Gli angeli della notte della Casa famiglia: a qualsiasi ora può squillare il telefono

bambina trenoL’accoglienza parla il linguaggio del cuore di una Casa famiglia dove un papà e una mamma sono sempre pronti ad aprire le porte della propria dimora. Anche di notte, in emergenza. Perché quando squilla il telefono, e arriva una richiesta di aiuto, la grande famiglia di Ai.Bi. non si tira mai indietro.

Così come è successo qualche giorno fa. Ecco il racconto di una nostra operatrice: “Giovedì ore 21.30. Il telefono di servizio comincia a squillare. La polizia ferroviaria contatta la coordinatrice della Casa Famiglia annunciando l’arrivo di due bambine di nazionalità egiziana, trovate in treno con la loro mamma. La segnalazione arriva dagli altri passeggeri, preoccupati nel vedere due bimbi così piccoli in compagnia di una ragazza di circa 25 anni  che continuava ad urlare e gridare senza un reale motivo”.

“Una volta giunti i  poliziotti hanno cercato di comprendere la situazione – continua il racconto – facendo delle domande alla giovane mamma, che ha raccontato di arrivare dalla Toscana e che si stava dirigendo verso il suo paese di residenza in una provincia del Piemonte ma che si era persa”.

Ma la giovane mamma era poco collaborativa, in stato confusionale e terrorizzata: “è stato chiamato il 118 per portare in ospedale la ragazza che è stata sottoposta ad un trattamento sanitario obbligatorio. Per questo motivo si è reso necessario trovare un posto caldo e accogliente per le due bambine molto spaventate”.

Ecco che la Casa Famiglia con i suoi angeli della notte è pronta a dare una risposta di calore e di accoglienza per le due piccoline.

Le due sorelline rispettivamente di 2 e 5 anni sono arrivate in casa famiglia  – continua l’operatrice della Casa Famiglia – accompagnate da una pattuglia di polizia e da una volontaria dell’ambulanza.  Avevano con loro solo una piccola valigia con qualche vestitino, pannolini, latte in polvere, ciucci, ma nessun giocattolo. Avendo notato che nella valigia non c’erano abiti da donna, la mamma della Casa Famiglia ha regalato alcuni suoi indumenti alla ragazza in modo che avesse un cambio in ospedale. Nelle nostre case famiglia si è soliti pensare sempre sia ai piccoli che ai grandi”.

La bambina più piccola era visibilmente spaventata, piangeva e chiamava “mamma”,  “non ha voluto mangiare nulla perché – ricorda la coordinatrice della Casa Famiglia -, come diceva la sorella più grande: “mangia ancora attaccata alla mamma” Solo dopo averla tenuta in braccio per un po’, si è lasciata andare al sonno”.

La grande, invece, apparentemente più tranquilla “si è addormentata accettando le coccole dell’educatrice – conclude – e stringendo a sé un peluche e una barbie che ha trovato pronti ad accoglierle nella loro nuova cameretta”.

Storie di ordinario “pronto intervento” in cui la differenza per questi piccoli indifesi sono proprio gli angeli della notte delle Case Famiglia pronti ad accoglierli e a farli sentire protetti e al sicuro.