Guatemala: mentre la CAI sta a guardare, il Dipartimento di Stato Usa tenta di sbloccare lo stallo delle adozioni internazionali

bambini messico

Le adozioni internazionali in Guatemala sono ferme da anni, ma le Autorità Centrali di alcuni dei principali Paesi di accoglienza dei minori adottati stanno cercando di stabilire un dialogo con il governo locale per provare a rinnovare la speranza di tanti bambini abbandonati guatemaltechi di trovare una nuova famiglia. Tra le istituzioni impegnate su questo fronte non c’è però la Commissione Adozioni Internazionali italiana, che non si è attivata per risolvere lo stallo nel Paese centroamericano.

Molto attivo invece il Dipartimento di Stato Americano, Autorità Centrale degli Stati Uniti, che  si sta impegnando ad avviare un dialogo con il governo del Guatemala con lo scopo di stabilire delle procedure che permettano di riprendere le adozioni internazionali nel Paese.

Ricordiamo che nel 2007 il Paese centroamericano ha approvato una nuova legge in materia, mettendo in atto quanto previsto dalla Convenzione de L’Aja e creando una sua Autorità Centrale, il Consejo Nacional de Adopciones (Cna), permettendo così il completamento di circa 3mila procedure adottive “di transizione”,ovvero iniziate prima della ratifica della Convenzione de L’Aja. A seguito di scandali legati a un “mercato selvaggio” delle adozioni, però, il governo guatemalteco ha successivamente sospeso le nuove domande di adozione internazionale.  Da quel momento in poi, la risoluzione dei casi di transizione è stato un obiettivo congiunto dell’Ambasciata Usa in Guatemala, del Dipartimento di Stato americano e del Servizio per i cittadini Usa e l’immigrazione (Uscis). In questo quadro, funzionari americani di alto livello si sono regolarmente regati in Guatemala per discutere con il governo guatemalteco la risoluzione dei casi pendenti. In conseguenza degli sforzi profusi, nel 2016 il Cna ha cominciato a completare le procedure dei casi pendenti al momento dell’entrata in vigore della nuova legge.

L’attenzione che le istituzioni statunitensi hanno messo in campo non è stata imitata dalla Cai italiana. Il 27 novembre 2009 la Commissione convocò una riunione a seguito della richiesta del Cna che invitava le Autorità Centrali di tutti i Paesi interessati ad adottare in Guatemala a inviare una lettera di intenti entro il 3 dicembre successivo. Le autorità guatemalteche avevano dichiarato di voler accreditare ad adottare i propri minori solo 2 Paesi e, per ciascuno di questi, 2 enti autorizzati. Essendo 10 gli enti in quel momento autorizzati dalla Cai a operare in Guatemala – tra cui Ai.Bi. -, la Commissione stessa consigliava di organizzarsi in consorzi. All’inizio del 2010 la Commissione inviò in Guatemala i documenti per la richiesta di accreditamento dell’Italia e di due consorzi di enti. A seguito di ulteriori problemi e illegalità nelle adozioni, però, il Guatemala ha tardato nella scelta sia dei Paesi che dei relativi enti da accreditare. A tutt’oggi la decisione delle autorità guatemalteche non è ancora arrivata, perché il Paese centroamericano è ancora alle prese con la risoluzione di problemi legati alla trasparenza e alla regolarità delle procedure di adozione e al potenziamento di quella nazionale. Ma mentre l’Autorità Centrale Usa è da tempo impegnata al fianco della sua corrispondente in Guatemala per arrivare a uno sblocco dello stallo, la Cai negli ultimi anni non ha fatto altro che restare a guardare.

 

Fonte: Dipartimento di Stato Usa