Haiti: raccolta fondi per pagare l’adozione

Il progetto di una coppia americana di adottare due bambini di Haiti ha avuto alti e bassi, ma grazie alla loro grande determinazione e al sostegno degli amici hanno ottenuto risultati sorprendenti.

“Forse dovremmo  prima condividere la buona notizia”, ha detto di recente Nichole Biggus, faticando a trattenere un sorriso. “Perché non aspetti un altro minuto, ha suggerito il marito, e provi a descrivere tutto ciò che è accaduto.”

“Era l’estate del 2010, racconta Nichole, quando abbiamo trascorso otto giorni in missione ad Haiti. Ed è tutto ancora così vivido. L’odore acre del carburante diesel che brucia dalla strada, la puzza di legno carbonizzato ed i carboni che diventano freddi. Quei bambini dalle ossa sottili, ciascuno in lotta per tirarsi su in grembo. Occhi marroni che implorano acqua.” 

“Oggi quelle immagini mi ritornano spesso in mente”, ha detto. Ma di tutti questi bambini, ne ricorda soprattutto due.
“Ci sono due gemelli di meno di un anno”, le fu detto un giorno all’orfanotrofio di Haiti. Una bambina di nome Nikola, ed un bambino, più piccolo e malnutrito, senza nome.
C’erano solo alcune immagini sfuocate di questi bambini che Nichole non ha però mai incontrato.

Quando ha fatto ritorno nella sua casa di Conewago Township, non c’era dubbio su quello che volesse per lei e Austin, che avevano già due figli propri. C’era un vuoto nella loro casa che doveva essere riempito.

“Sapevo che sarei tornata ad Haiti e non avrei lasciato quel paese senza i due figli”, ha detto.

Adottare un bambino da un altro stato non è facile e comporta spese molto alte. Ci sono stati moduli da compilare, carte di credito Visa e dossier da spedire. Nichole per far fronte ai costi ha iniziato un secondo lavoro come cameriera di notte. Il marito invece lavorava su più turni nello stabilimento di produzione locale.

Poi, a gennaio, la coppia ha avuto notizie dall’orfanotrofio. Quel ragazzo fragile con gli occhi grandi se n’era andato prima di compiere i due anni. Morto di malnutrizione infantile, che l’orfanotrofio non ha potuto contrastare.
Del bambino sono rimaste solo immagini sfocate ed una cartellina di documenti parzialmente completi con un certificato di nascita scarabocchiato, che recitava “Austin”.

Avevamo capito che fosse grave, ha detto la coppia sentendosi così vicina a lui ma troppo lontana per poterlo aiutare. Nonostante questo, i Biggus si sono dedicati alla bambina, che aveva ormai perso un fratello, ed erano più che mai determinati a completare le pratiche per portarla a casa.

Dall’orfanotrofio è poi arrivato un aggiornamento: la madre di Nikola è rimasta di nuovo incinta, durante il processo di adozione. Non se lo aspettavano.

Stupiti hanno raddoppiato il loro impegno, ottenendo il via libera per adottare anche il fratello più piccolo di Nikola e lavorando per aumentare le migliaia di dollari ancora necessari per portarli a casa. Hanno risparmiato sulle spese superflue. Hanno tagliato il loro servizio via cavo. Hanno parlato agli amici.

La comunità in cui risiedono i Biggus ha risposto in modo sorprendente. Hanno organizzato una cena per raccogliere fondi a favore della famiglia in modo da poterli sostenere nelle spese necessarie per l’adozione. Sono arrivate anche donazioni spontanee.

Austin e Nichole ora sono in attesa di sapere dagli uffici federali che la loro documentazione è completa. Nichole recentemente ha sentito dire che, se tutto va bene, potrebbero fare il viaggio ad Haiti fra pochi mesi.

“Lo farò a qualunque costo, non appena possibile”, per portare a casa quei due figli – Nikola e il ragazzo nato di recente che pensano di chiamarlo Emmanuel Jackson.
“E’ così meraviglioso”, ha detto Nichole. L’intera vicenda è stata una benedizione.
Dio ha messo la sua mano su questa storia fin dall’inizio.

(Fonte: Ydr.com 19/3/2011)