I decreti vincolati non sono soltanto degli ostacoli all’adozione?

Cara Ai.Bi.,

sono una mamma adottiva di 3 ragazzini, l’ultimo dei quali accolto nel 2011 all’età di 6 anni e 10 mesi. Un’adozione che non sarebbe stata possibile se io e mio marito avessimo avuto, all’epoca, uno dei decreti vincolati che il Tribunale per i Minorenni del Veneto ha emesso pochi anni più tardi, a inizio 2014. In base a questi provvedimenti, i bambini adottati in Veneto avrebbero dovuto avere “massimo 6 anni al momento dell’entrata in Italia”. Una decisione motivata con l’intenzione di volere evitare i fallimenti adottivi che, a detta del Tribunale, sarebbero più frequenti in caso di adozione di bambini “grandicelli”. Messo poi di fronte all’impossibilità di poter determinare un’età così bassa per l’entrata di un bimbo in Italia, il Tribunale ha alzato il limite a 8 anni. Negli iter condotti nei vari Paesi, infatti, dall’abbinamento all’ingresso in Italia passano anche 18 mesi, relativamente tanti rispetto ai 6 anni di età stabiliti inizialmente come limite massimo per l’adozione.

In ogni caso, soprattutto alla luce della mia terza adozione – in presenza di tali decreti mio figlio a quest’ora sarebbe ancora in un istituto – sono molto preoccupata. Penso ai molti bambini che conosco che, se i genitori avessero avuto decreti di questo tipo, non avrebbero mai avuto una famiglia in cui crescere. Vorrei conoscere il vostro punto di vista, da storico ente autorizzato per le adozioni internazionali, rispetto alla questione dei decreti vincolati.

Grazie di tutto,

Francesca

 

RITRATTO-MARCO-GRIFFINI20011Cara Francesca,

le tue perplessità sono assolutamente giustificate. Già da tempo, Amici dei Bambini ha manifestato tutta la sua contrarietà a provvedimenti come i decreti vincolati emessi da diversi Tribunali per i Minorenni italiani, battendosi affinché la disponibilità all’accoglienza da parte di molte famiglie non vada persa. E questo soprattutto alla luce della crisi dell’accoglienza di questi ultimi anni e del rischio che sempre più bambini “speciali” non trovino una coppia di genitori adottivi.

Riguardo alla decisione e alle motivazioni addotte dal Tribunale veneto, è da rilevare come il rischio dei fallimenti adottivi riguardi solo una percentuale assolutamente minima delle adozioni realizzate. E’ vero che, all’interno di questa piccola fetta, i casi di fallimenti adottivi più frequenti sono quelli che si verificano con bambini un po’ più grandi. Ma è vero anche, e soprattutto, che un fallimento adottivo, potendo avvenire prevalentemente quando il figlio è adolescente, può accadere sia nel caso in cui un bambino è stato adottato da piccolo sia quando invece sia stato accolto a un’età maggiore. I fallimenti adottivi, quindi, generalmente sono indipendenti dall’età del minore al momento della sua adozione.

Ma soprattutto, tra il rischio di fallimento adottivo – che, come detto, riguarda percentuali davvero minime – e quello di vedere i bambini più grandi costretti a restare per sempre in un istituto, privi dell’amore di una famiglia, quest’ultimo è sicuramente più grave. E i decreti vincolati non aiutano certo a prevenire questo rischio.

Anzi, portano a non poter contare al massimo sulle forze di famiglie particolarmente accoglienti come la tua. È vero che, in alcuni casi particolari, è possibile procedere in deroga dai decreti vincolati, ma sarebbe molto più funzionale non porre ostacoli così grandi alla voglia di adozione.

Grazie per il tuo interessamento,

Marco Griffini

Presidente di Ai.Bi.