“I soldi dei cittadini europei vengano usati per promuovere la vita, non per sopprimerla”

unadozione-benedetta 200 200Oltre un milione di firme. E’ questo il primo importante successo numerico raggiunto dalla campagna europea Uno di Noi. L’annuncio è stato dato a Torino in occasione della 47° Settimana Sociale dei cattolici dedicata alla famiglia. Un numero così consistente di firme è il punto di partenza per chiedere che l’Unione Europea non finanzi più campagne a favore dell’interruzione di gravidanza e di sperimentazione sugli embrioni sia attraverso proprie linee di salute pubblica, sia indirettamente sostenendo economicamente quelle di organizzazioni private. Si chiede, invece, alla Ue di impegnare i soldi dei cittadini europei per promuovere la vita e non per sopprimerla.

Su Avvenire, che ha sostenuto e documentato, passo passo, la campagna, Chiara Genisio ed Emanuela Vinai fanno un primo bilancio.

Si è partiti in sordina. Il 25 marzo, si tiene la prima riunione del costituendo Comitato italiano per Uno di Noi, cui aderisce la quasi totalità delle associazioni e dei movimenti ecclesiali italiani. A quella data, il report delle firrne raccolte segnalava un poco incoraggiante 120mila. Ma, all’indomani della giornata di mobilitazione nazionale del 12 maggio e delle parole di sostegno di Papa Francesco, ecco che il ternometro balzava già a 360mila sottoscrizioni, con l’Italia in prima fila: da sola, superava le centomila firme. Le centinaia di banchetti predisposti sui sagrati delle chiese e l’entusiasmo delle migliaia di volontari hanno fatto il resto.

E’ stata proprio l’Italia il motore trainante della raccolta. Via via che la campagna si diffondeva, i dati segnalavano una crescita costante e inarrestabile. Il 10 luglio, le adesioni nel nostro Paese erano più di 256mila e in Europa arrivavano a 730mila. A poco a poco, i 28 Paesi dell’Unione raggiungevano l’obiettivo minimo e, in una staffetta virtuosa, lo superavano di slancio. Oggi, dopo 7 mesi di campagna e a 7 settimane dal termine della raccolta firme, si vola per superare anche il traguardo già raggiunto. Solo ieri e solo per l’Italia, Michele Trotta, il coordinatore italiano e responsabile per la privacy, ha verificato la validità di quasi diecimila firme.

Anche il tragitto burocratico non è stato cosa da poco. L’idea infatti è nata dalla possibilità di utilizzare un nuovo strumento di democrazia partecipativa, la cosiddetta “Iniziativa dei cittadini europei” (Ice), predisposto dal Trattato di Lisbona ed entrato in vigore l’1 aprile 2012. Grazie a tale istituto si dà l’opportunità ai cittadini dei Paesi membri di chiedere all’Unione europea, dopo aver raccolto almeno un milione di firme (denominate “dichiarazioni di sostegno”) in almeno sette Stati aderenti, una legge comunitaria inerente materie di sua competenza.

L’attenzione dei volontari si è moltiplicata e le iniziative sono germogliate: postazioni fisse nelle fiere di paese, raccolta one-to-one in spiaggia, sensibilizzazione negli incontri pubblici, tam tam virale con Twitter e Facebook. Dai grandi numeri degli appuntamenti associativi, al foglio firme della parrocchia di periferia, è arrivato a un milione. E non ci si ferma, l’impegno continua. «La quota raggiunta – ha infatti sostenuto Maria Grazia Colombo, portavoce del Comitato italiano – non la consideriamo un traguardo, ma una tappa. Continuiamo il nostro lavoro e chiediamo sostegno fino alla fine di ottobre».

Non solo numeri. Dietro ogni firma c’è una persona, l’adesione spesso è occasione di dialogo e di confronto sui valori fondamentali dell’esistenza. «Non sempre è semplice – ha ammesso la portavoce del Comitato – riuscire a far passare il nostro messaggio, a volte viene frainteso. Scambiato per una campagna referendaria». Ma l’impegno sta dando i suoi frutti. E ancora arriveranno firme, considerate le tante iniziative in programma nei prossimi giorni. Come quella dell’Unitalsi, che sui treni bianchi dei malati verso Lourdes, nella settimana dal 21 al 28 settembre, continuerà la raccolta per poi installare, nei dintorni del santuario mariano, una postazione web.

Una straordinaria mobilitazione a difesa dell’embrione che, nel corso dei mesi, ha saputo incanalare il comune sentire di tanti popoli.

Fonte: Avvenire