Il Pd si accorge che la legge 184 sulle adozioni è da rottamare: ora di corsa verso una riforma urgente, ma Renzi frena

camera-dei-deputati350

Ci volevano l’interminabile dibattito su un diritto inventato – quello delle coppie omosessuali ad avere un figlio -, lo stralcio della stepchild adoption dal disegno di legge sulle unioni civili e l’approvazione di una legge che serve solo a tenere in piedi la maggioranza, a far capire al Partito Democratico che l’attuale legge sulle adozioni è vecchia e va cambiata. All’orizzonte quindi un progetto di riforma che prevede, tra le altre cose, lo snellimento delle procedure e la riduzione dei costi e dei tempi. Ma che inciampa su due punti.

Il primo: il ddl in cantiere prende ancora una volta la strada dell’interesse degli adulti e non di quelli dei bambini. Al centro di tutto, infatti, ci sarebbe l’estensione del diritto di adottare anche agli omosessuali – in coppia o single -, con buona pace del diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre. “Il ddl Cirinnà non è un punto di arrivo – dice la vicesegretaria dem Debora Serracchiani -. Ora si parte con il ddl adozioni: adozioni per tutti, sia chiaro.

Il secondo: i tempi. “Si parte veloci, ma poi ci prendiamo tutto il tempo che serve”, ha avvertito il premier Renzi, secondo cui “per la nuova legge ci vorrà almeno un anno”. A frenare il titolare di Palazzo Chigi sono soprattutto i sondaggi: 7 italiani su 10 si dicono contrari alle adozioni gay. E, alla vigilia di un’importante tornata elettorale come quella delle amministrative in alcune delle principali città italiane e a 7 mesi dal referendum sulla riforma costituzionale, fare qualcosa di sgradito alla maggioranza degli elettori non è una mossa strategicamente vincente.

Da parte sua, il Pd non ha intenzione di perdere tempo. Mercoledì 2 marzo se ne discuterà nella riunione dei deputati Pd, poi si scriverà un ddl. Nel frattempo la commissione Giustizia della Camera condurrà per 30 giorni un’indagine conoscitiva su quanto avvenuto nel settore delle adozioni dal 1983 a oggi, ascoltando il parere di esperti, magistrati, avvocati, psicologi, operatori sociali, associazioni familiari. Quindi si cercherà la sintesi.

I punti centrali del ddl li spiega il responsabile giustizia della segreteria Pd, David Ermini: “Lavoreremo allo snellimento delle procedure, che sono al momento complicate e onerose, Occorrerà una rivalutazione dei requisiti di accesso. Adesso ci sono diverse tipologie di famiglie: omo, etero, single. Gli fa eco il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che parla di proposta complessiva di riordino delle adozioni, in particolare quelle internazionali, e quindi anche dei tempi, della complessità e farraginosità dell’intero sistema”. “Sarà una proposta di sistema – annuncia Boschi -, che vale non solo per coppie omosessuali, ma anche per quelle eterosessuali.

Ed è in questa frase che si condensano probabilmente tutte le reali intenzioni del Pd. Innanzitutto aprire le adozioni ai single e alle coppie dello stesso sesso. Ma non solo: la riforma, ha detto Boschi, interesserà anche le coppie etero. Ecco quindi rispuntare la vecchia idea di Renzi: un’adozione internazionale gestita non più dagli enti autorizzati, ma da un’unica agenzia statale istituita presso il ministero degli Affari Esteri, con il potere di selezionare sia le coppie adottive che i bambini, nel nome del principio secondo cui sarebbero meglio “poche adozioni, ma fatte bene” che tante adozioni. E poco importa, quindi, se migliaia di bambini abbandonati non potranno più trovare una famiglia in Italia e resteranno per sempre negli istituti. A dispetto delle affermazioni della stessa Boschi: “il soggetto più importante sono i bambini: è da lì che si deve partire”. E invece si parte dagli adulti: gay, single, coppie di fatto. Alfano, fiutata la trappola, pone il veto: “Se si tratta di favorire le adozioni dei bambini senza mamma e papà, perché abbiano un papà e una mamma va bene. Se però questo diventa il trucco per fare altro, non ci stiamo.

Dopo anni e anni di appelli ai legislatori per rivedere la legge sulle adozioni, una riforma della 184/1983 sale alla ribalta proprio adesso: quando si parla di adozioni per le coppie gay. Da anni, per esempio, giace in qualche cassetto della commissione Giustizia, un ddl di riforma presentato dal senatore di Area Popolare Aldo Di Biagio: una proposta nata dopo un serio confronto con i vari attori del sistema, ma caduta nell’oblio del nostro parlamento. Anche in quel caso si parlava di riduzione dei costi e dei tempi e di snellimento delle procedure per l’adozione. Ma non c’era l’aperture alle coppie gay. Evidentemente un peccato mortale…

 

Fonti: Corriere della Sera, la Repubblica, l’Unità, Il Messaggero, Secolo d’Italia