Indennità di maternità. Ecco le modalità per richiederla e i documenti da presentare per chi adotta un bambino all’estero

indennità di maternitàState per partorire o per accogliere un bambino in adozione e non avete ancora provveduto a richiedere il congedo di maternità? Prima di avventurarsi nel mondo della burocrazia, ci sono alcune cose su cui è indispensabili essere informate, per evitare di perdere tempo o di dimenticare alcuni documenti importanti.

Innanzitutto è necessario sapere a chi e quando presentare la domanda per l’indennità di maternità. La richiesta deve essere inoltrata all’Inps prima dell’inizio del congedo e non oltre un anno dalla fine del periodo indennizzabile, altrimenti il diritto all’indennità decade. Per farlo si può scegliere tra diverse modalità: accedendo telematicamente al sito www.inps.it, chiamando il numero del Contact center integrato indicato sul portale dell’istituto previdenziale oppure rivolgendosi a un patronato.

Tra le informazioni che vi verranno richieste vi è la data di nascita del figlio e le relative generalità, da fornire entro 30 giorni dal parto o dall’ingresso in famiglia del minore adottato.

I genitori adottivi dovranno presentare anche altri documenti utili, da allegare alla domanda telematica: il provvedimento di adozione, l’autorizzazione all’ingresso in Italia del minore straniero adottato o in affidamento preadottivo (rilasciata dalla Commissione Adozioni Internazionali) e l’attestazione di inserimento in famiglia del bambino accolto.

Alcuni documenti, invece, vanno presentati in forma cartacea e in originale. Si tratta del certificato medico di gravidanza (nel caso di figli biologici) e di ogni altra certificazione medico-sanitaria richiesta per ottenere l’erogazione delle prestazioni economiche di maternità. Tutto ciò deve essere consegnato alla sede Inps competente, presentandola allo sportello oppure inviandola come raccomandata.

Ma chi paga l’indennità di maternità? Per le lavoratrici dipendenti, la quota viene anticipata dal datore di lavoro. In alcuni casi particolari, invece, il pagamento viene effettuato direttamente dall’Inps. Ciò avviene per le lavoratrici stagionali, domestiche, socialmente utili, iscritte alla gestione separata, cessate o sospese dall’impiego, in cassa integrazione con pagamento diretto dell’Inps, agricole a tempo determinato, impiegate nello spettacolo a prestazione o a termine, oltre che per le lavoratrici autonome. Queste persone dovranno presentare la domanda di indennità, tramite posta o patronato, alla struttura Inps di residenza o domicilio. Sarà poi l’Inps, come sostituto d’imposta, a effettuare le trattenute Irpef sull’indennità previste dalla legge.

 

Fonte: Nostrofiglio.it