India. Le suore di madre Teresa bloccano le adozioni internazionali “No a divorziati e single”.

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Le suore di Madre Teresa in India dicono no alle adozioni internazionali dei bambini se non in famiglia: una madre e un padre rispettosi della morale e dell’etica che nulla a che fare con i single, i separati e i divorziati. 

Le suore di Madre Teresa hanno fatto il loro annuncio ieri, 11 ottobre: hanno deciso di rinunciare volontariamente allo status giuridico che permette loro di gestire centri di adozione in India. Meglio rinunciare piuttosto che accettare il nuovo regolamento del governo di New Delhi che permette anche a divorziati o single di adottare un bambino.

Le missionarie sono tranchant : “Nello spirito del lavoro cominciato da Madre Teresa, ci risulta molto difficile rispettare tutte le disposizioni previste” dal nuovo regolamento sulle adozioni, scrivono. Una scelta che stava maturando da tempo e confermata dalla ministra per lo Sviluppo delle donne e dei bambini, Maneka Gandhi, che tre giorni fa aveva rivelato che l’ordine si era rifiutato di dare in adozione bambini a persone single, divorziate e separate “per ragioni ideologiche”. La Gandhi aveva poi aggiunto che la decisione delle Missionarie della Carità di non adeguarsi alle nuove regole avrebbe costretto il governo “a revocare l’autorizzazione a gestire i centri”.

Una scelta sofferta, questa delle suore di Madre Teresa, ma ormai da tempo nell’aria. Ieri lo hanno confermato, spiegando che la decisione di mettere fine ai centri di adozione era stata presa oramai due mesi fa dal quartier generale delle Missionarie a Kolkata (nome indiano di Calcutta, ndr), subito dopo aver ricevuto le nuove “Direttive regolanti l’adozione dei bambini, 2015”, messe a punto dal ministero. “Il nostro lavoro di adozione – puntualizza il loro comunicato – cominciato da Madre Teresa, è stata una esperienza fruttuosa ed arricchente che ha cambiato la vita di migliaia di persone. Siamo grate a Dio per averci permesso di servirlo attraverso questo lavoro per molti anni. E ci è chiaro che la volontà di Dio è che questo lavoro abbia fine”.

La decisione riguarderà anche l’Italia? Le suore di Madre Teresa sono, infatti, anche un ente autorizzato italiano: le Missionarie della Carità  che nel campo delle adozioni internazionali ha una storia lunga quarant’anni. L’ente cominciò nel 1976 in collaborazione con la casa Nirmala Shishu Bhavan a Calcutta, e venne legalmente riconosciuto dal governo italiano nel 1986.  Un’autorizzazione poi confermata dalla Commissione per le Adozioni Internazionali con delibera del 13.09.2000.

Analoga preoccupazione per il blocco delle adozioni internazionali arriva anche dall’ Africa. Per Don Roberto Ponti, superiore dei Paolini in Congo alla base della decisione dell’East Africau Legislative Assembly (Uganda, Kenya, Tanzania, Ruanda e Burundi) di limitare, se non abolire, l’adozione internazionale “da un lato ci sono scandali reali – dice -, come quello degli abusi sui minori dei militari francesi in Cantrafrica, dall’altro è il frutto di un’immagine ‘depravata” che tante volte si percepisce dell’Occidente. Temi come il gender e adozione richiesta dalle coppie omosessuali trasmettono una distanza dai valori della famiglia africana che porta a questo tipo di atteggiamento”.

Fonte: Il giornale e Famiglia Cristiana