Infertilità: un problema sempre più diffuso tra le coppie. Le cause

La “schizofrenia riproduttiva”: da un lato si investe molto per evitare gravidanze, dall’altro si cerca disperatamente un figlio in una fase della vita in cui la fertilità è già ridotta

Negli ultimi anni, il tema dell’infertilità ha assunto una crescente rilevanza, coinvolgendo un numero sempre maggiore di coppie. Un dato che non può essere ignorato, soprattutto in un contesto sociale dove l’età media delle donne che partoriscono il primo figlio è aumentata sensibilmente: dai 28 anni nel 2000 ai 33 anni nel 2023. Parallelamente, dal 2005 al 2021, la percentuale di pazienti sotto i 34 anni che hanno fatto ricorso alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) è scesa dal 40% al 27%, mentre quella delle donne sopra i 40 anni è aumentata dal 21% al 34%.

Le cause dell’infertilità

L’infertilità è una condizione multifattoriale che può avere cause organiche, psicologiche e ambientali. Spesso si tende a diagnosticare l’infertilità senza approfondire le cause reali del problema. In molti casi, la diagnosi si basa esclusivamente su criteri statistici, senza indagare eventuali fattori psicologici o organici che potrebbero essere trattati prima di ricorrere alla PMA.

Ansia da prestazione e infertilità

Un aspetto cruciale è il peso psicologico che l’infertilità comporta. Il desiderio di un figlio, soprattutto in età avanzata, può trasformarsi in una vera e propria ossessione, generando stress e ansia che interferiscono con la fertilità. L’accompagnamento psicologico diventa quindi fondamentale sia per affrontare le difficoltà emotive della ricerca di una gravidanza, sia per elaborare il lutto legato all’impossibilità di concepire.

L’infertilità come opportunità di crescita

Viktor Frankl, psichiatra viennese, affermava che di fronte a situazioni immutabili siamo chiamati a cambiare noi stessi. In questo senso, le coppie possono esplorare alternative come l’adozione o l’affido, trasformando la sofferenza in una nuova progettualità di vita.

Educazione socioaffettiva e prevenzione dell’infertilità

L’educazione alla fertilità è un tema cruciale. La recente decisione di destinare 500mila euro a corsi sulla fertilità nelle scuole ha suscitato polemiche, ma gli esperti concordano sull’importanza di un’educazione che integri affettività, sessualità e prevenzione dell’infertilità. La società moderna sembra essere caratterizzata da una sorta di “schizofrenia riproduttiva”: da un lato si investe molto per evitare gravidanze, dall’altro si cerca disperatamente un figlio in una fase della vita in cui la fertilità è già ridotta.

Il desiderio estremo di avere un figlio

Un episodio recente ha acceso i riflettori sulle estreme conseguenze dell’infertilità: il rapimento di una neonata a Cosenza, probabilmente frutto di un desiderio materno frustrato. La ginecologa Eleonora Porcu osserva come negli ultimi decenni si sia verificata una trasformazione antropologica nel rapporto con la procreazione. Il figlio è sempre più percepito come un “bene di consumo”, ottenibile attraverso tecnologie riproduttive sempre più avanzate. Tuttavia, è fondamentale ricordare che un figlio non è un oggetto da possedere, ma un essere umano con una propria autonomia.

Preservazione della fertilità nelle pazienti oncologiche

Un aspetto fondamentale nella tutela della fertilità è la preservazione della capacità riproduttiva nelle pazienti oncologiche. La preservazione della fertilità è cruciale non solo per le pazienti oncologiche, ma anche per chi soffre di malattie croniche invalidanti, come le patologie reumatiche e l’endometriosi.

Educazione e consapevolezza per il futuro

L’educazione alla fertilità deve iniziare sin dalle scuole.
L’infertilità è una sfida complessa che richiede un approccio integrato, che tenga conto degli aspetti medici, psicologici e sociali. Affrontare il problema con consapevolezza e prevenzione può fare la differenza per molte coppie, permettendo loro di trovare soluzioni adeguate e, soprattutto, di vivere il percorso con maggiore serenità.

[Fonte: Vita]