Influenza in forte crescita: corre il ceppo K

Registrati 816 mila casi in sette giorni, boom in Sardegna e Campania. Ma i vaccini si confermano efficaci

L’influenza continua a correre veloce in Italia e fa segnare numeri sempre più alti. Nell’arco di soli sette giorni sono stati registrati oltre 816 mila casi di sindromi respiratorie acute, quasi centomila in più rispetto alla settimana precedente. A certificarlo è il sistema di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), che fotografa una stagione influenzale in piena ascesa, trainata soprattutto dal nuovo ceppo K del virus A/H3N2, ormai diventato dominante.

Il virus

Secondo i dati, oltre il 40% delle infezioni è riconducibile ai virus influenzali e, in più della metà dei casi, si tratta proprio del nuovo ceppo. L’Iss, sulla base delle informazioni epidemiologiche fornite dall’Osms, invita però alla cautela senza allarmismi: il virus presenta sì un vantaggio evolutivo che ne aumenta la trasmissibilità, ma al momento non mostra un aumento della gravità delle manifestazioni cliniche. Un altro elemento rassicurante riguarda i vaccini: le stime preliminari indicano che continuano a proteggere dall’ospedalizzazione, anche se non è ancora possibile stabilire con certezza la loro efficacia nel prevenire i sintomi della malattia.

Chi colpisce?

Come accade ogni anno, a pagare il prezzo più alto sono i bambini sotto i quattro anni, che rappresentano la fascia d’età più colpita. A fronte di un’incidenza generale di 14,7 casi ogni mille abitanti, nei più piccoli il dato sale a 42 casi per mille, circa tre volte tanto.
Sul fronte territoriale, a preoccupare è l’andamento in alcune Regioni. In Sardegna e Campania si è registrata una vera e propria esplosione della stagione influenzale: in entrambe, nel giro di una settimana, l’intensità è passata da livelli bassi o medi a molto alti, il massimo previsto dalla scala di monitoraggio. L’incidenza ha raggiunto 23,61 casi per mille in Sardegna e 21,07 in Campania. Livelli elevati anche in Sicilia, con 17,61 casi per mille abitanti.
La curva, dunque, continua a salire e il picco potrebbe non essere ancora stato raggiunto, mentre le autorità sanitarie ribadiscono l’importanza della prevenzione e della protezione delle fasce più fragili.