Picco di influenza tra i bambini. Come distinguerla dal Covid?

L’influenza stagionale sta colpendo in anticipo e in maniera molto violenta, specie i bambini più piccoli. Distinguere i sintomi da quelli del Covid non è semplice: i consigli degli esperti

I dati parlano chiaro e, più ancora dei dati, parlano chiaro le esperienze di tutte le famiglie: l’influenza sta imperversando come non accadeva da tempo, anticipata nei tempi e “incattivita” nei suoi effetti dopo gli anni di lockdown e precauzioni che hanno attenuato molto la circolazione dei virus.
A Milano e in Lombardia gli esperti dicono che sia già arrivato il primo picco di influenza, che ha coinvolto soprattutto i bambini più piccoli da 0 a 4 anni. I pronto soccorso sono in affanno e i medici di base faticano a stare dietro alle richieste.

Picco di influenza o ritorno del Covid?

Uno dei maggiori dubbi che hanno le famiglie, di fronte a questo sommarsi di virus, è quello di riuscire a capire se i sintomi che si manifestano sono da riportare all’influenza di stagione o se, invece, possono essere indice di un contagio da Covid, che certo non ha smesso di circolare.
Dare una risposta non è semplice, perché le nuove varianti del virus SARS-CoV-2 (Cerberus e Gryphon) hanno dei sintomi in parte cambiati rispetto alle prime varianti: per esempio, si è sostanzialmente perso il sintomo più caratteristico del primo Covid della perdita di gusto e olfatto.
I sintomi più diffusi sono febbre, dolori muscolari, raffreddore e mal di gola, ovvero quelli “classici” dell’influenza. Come sottolineato all’agenzia Dire dal primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali Massimo Andreoni, è molto difficile distinguere tra influenza e Covid in ogni singolo caso. Alcune differenze possono essere osservate sui grandi numeri, che evidenziano una maggiore presenza di febbre alta nell’influenza e meno in caso di Covid, che colpisce di più le vie respiratorie alte. Al contrario, il mal di gola “È certamente preminente nel Covid – precisa Andreoni – e un po’ meno nell’influenza, ma può essere presente anche in quest’ultima”. Fare una distinzione precisa, insomma, non è per nulla semplice, anche perché i sintomi principali come rinorrea (naso che cola) e lacrimazione degli occhi sono comuni a influenza e Covid.

Fondamentale l’elemento epidemiologico

Di fronte a queste difficoltà, diventa decisivo l’elemento epidemiologico: “Sapere che una persona ha avuto contatti con persone con il Covid, in linea di massima ci consente di dire che è molto più probabile che abbia il Covid che non una influenza, o viceversa. È dunque più il dato epidemiologico, che non quello clinico, che spesso guida a fare una ipotesi diagnostica”.
Parere condiviso anche dal direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano Fabrizio Pregliasco, che sottolinea come l’elemento dirimente che permette di chiarire tutti i dubbi rimane, alla fine, il tampone.
Spiega il professore a Dire: “Quando non c’era il Covid, riconoscevamo la vera influenza dal resto del mondo dei 262 virus, perché determinava, e determina ancora oggi, l’insorgenza brusca oltre i 38 gradi, almeno un sintomo respiratorio come il naso chiuso o il naso che cola, e almeno un sintomo sistemico come dolori muscolari… Ora, purtroppo il Covid fa questo ma fa anche meno: provoca raffreddore, una piccola tosse e rende quindi difficile la caratterizzazione”.
Sostanzialmente uguali, alla fine, sono i “risultati”; con i bambini a casa da scuola per diversi giorni e i genitori che si barcamenano tra permessi e smartworking, quando non finiscono anche loro a letto, influenza o Covid che sia.