Kathmandu. Ai.Bi. si fa in “tre”: tende, centri assistenza nei villaggi e campi profughi e ‘child’s post traumatic psycological support’ per i bambini

nepalAi.Bi., Amici dei Bambini si fa in tre per il Nepal. Nel vero senso della parola. Non solo, infatti, non si tira indietro, rimanendo sempre in prima linea al fianco delle vittime del terremoto dello scorso 25 aprile, ma triplica la propria presenza e interventi nel Paese che continua ad essere stravolto dagli sciami sismici che fino a ieri (3 maggio) si sono ripetuti superando il quinto grado della scala Richter.

Dal centro città alla periferia di Kathmandu ai villaggi limitrofi, ecco come gli operatori di Ai.Bi. si schierano dalla parte dei più deboli.

–          1) In città, nel quartiere Jadibuti (a ridosso dell’aeroporto di Katmandu) il Centro Paanj, in 5 giorni ha già ospitato 500 persone. La struttura, attiva dal 2006 garantisce normalmente interventi di animazione ed educazione per i minori: a seguito del terremoto è stato convertito dagli operatori di Ai.Bi. in un centro di prima assistenza per la distribuzione di acqua, medicinali e fornisce “child’s post traumatic psycological support” (assistenza psicologica) ai bambini abbandonati e che hanno perso tutto.

–          2) Sempre in città Ai.Bi. sarà operativa, in partnerhip con il Divay Ankur (DCDPRC)  nel campo Narayanhiti Durbar, Kathmandu. Qui sarà allestito un centro educativo di emergenza, con tende ad hoc destinate a 25 bambini  tra cui una decina di orfani di età tra i 2 e gli 8 anni. A fornire le tende sarà il CCWB Central Child Welfare Board. Nel centro di emergenza presteranno il loro servizio, operatori e volontari Ai.Bi. che si prenderanno cura dei bambini dal punto di vista nutrizionale (fornendo cibo) ed educativo (fornendo materiali e giocattoli).

Ma dato che, come riportano anche le cronache, ad essere maggiormente colpiti sono i villaggi attorno a Kathmandu, Ai.Bi. ha ampliato il proprio raggio di azione anche al di fuori del centro cittadino. Ecco perché Amici dei Bambini allestirà a giorni un centro di assistenza ed emergenza

–          3) nel villaggio di Goldhunga, a 12 km dal centro di Kathmandu sulle colline ovest. Qui circa 60 case sono andate distrutte e c’è un urgente bisogno di tende in grado di offrire un riparo solido alle tante mamme e bambini rimasti soli. Soprattutto in queste zone è, infatti, più forte il rischio di epidemie e colera. Sono totalmente azzerati qualsiasi tipo di servizi igienici e di smaltimento dei rifiuti e la gente dorme tra le macerie e gli escrementi.

Ai.Bi. potenzia così la propria presenza perché non ci si dimentichi che in Nepal continua ad essere emergenza. Si stanno spegnendo i riflettori dei media ma la gente continua a dormire tra le macerie, ad essere senza acqua e medicinali e soprattutto i più deboli, i bambini, sono quelli più esposti al rischio sanitario. È sempre più grave, infatti, la situazione nel Paese, anche se la speranza di trovare persone ancora in vita non è del tutto spenta. Oggi, dopo otto giorni dal violento sisma che ha devastato il Paese, tre persone sono state estratte vive dalle macerie grazie alla polizia e a militari dell’esercito nel distretto di Sindhupalchowk, a nordest della capitale Katmandu.

Per questo Ai.Bi. non andrà via da Kathmandu: rimane insieme ai più fragili in prima linea anche da “lontano”: attivando un numero verde per le donazioni 800224455 e attivando il progetto di accoglienza interfamiliare. Poter contare su una casa vuol dire, infatti, poter disporre anche di un bagno, di acqua, di riparo, allontanando il rischio di restare vittima delle epidemie che potrebbero scoppiare da un momento all’altro. Evitare quindi che la catastrofe si trasformi subito in una strage senza fine.