La Roma del futuro? Va costruita sull’accoglienza “feconda”

famiglie cattoliche200Si è svolto a Roma, il 7 e l’8 marzo 2014 presso la Pontificia Università Lateranense, il convegno “La missione dei laici cristiani nella città” con cui la diocesi di Roma ha convocato i responsabili delle aggregazioni laicali ecclesiali e di ispirazione cristiana, chiamati a dare una nuova direzione alla storia della città di Roma attraverso il rilancio della presenza e della testimonianza del popolo dei cattolici, inaugurando così il cammino diocesano in preparazione al Convegno Ecclesiale Nazionale (Firenze 2015) che sarà dedicato al tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo“. Il convegno è stato introdotto dalla relazione del vicario generale per la diocesi di Roma, Card. Agostino Vallini, il quale ha richiamato la missione dei laici secondo la visione profetica del Concilio Vaticano II e tratteggiato il profilo della città di Roma, delle sue trasformazioni e delle sue nuove sfide. Il rettore dell’Università LUMSA, prof. Giuseppe Dalla Torre, ha invece approfondito ed esplorato il profilo dei laici cristiani quali protagonisti di un nuovo umanesimo, chiamati a vivere nella propria città e nel proprio tempo secondo lo specifico cristiano. I lavori del convegno per individuare con quali prospettive di impegno i laici cristiani si adopereranno per proseguire nella costruzione della città di Roma, si sono articolati in otto distinti laboratori di studio e confronto. La delegazione di Ai.Bi. Amici dei Bambini, guidata da Giuseppe Salomoni (vicepresidente nazionale) e composta da Carla e Luca Guerrieri, Elisabetta e Vincenzo Broccoli, Marzia Masiello e Gianmario Fogliazza, ha partecipato ed è intervenuta nei laboratori dedicati agli ambiti “istituzioni ed enti pubblici”, “scuola” e “servizi socio-sanitari”, illustrando come l’esperienza adottiva e quella affidataria siano propriamente luoghi dove alcune “periferie” della vicenda umana (abbandono, sterilità, fragilità familiari, ecc.) sono incontrate e trasformate, proprio grazie ad un atteggiamento fecondo di accoglienza incondizionata che tutela e promuove il diritto ad essere figli ai bambini abbandonati o segnati da una vicenda familiare temporaneamente non più idonea. Alimentata da una spiritualità dell’accoglienza, la presenza delle famiglie adottive e affidatarie di Ai.Bi. assicura alla città e alla Chiesa di Roma, coniugi, donne e uomini, che immersi nel loro tessuto sociale e nella vita quotidiana, sono in grado di esprimere, anche associativamente, tutta la profetica energia del vangelo della vita, testimoniata proprio nell’accoglienza adottiva e affidataria, capace sia di rigenerare la dignità dei bambini abbandonati accolti autenticamente come propri figli, sia di custodire quella dei figli la cui famiglia vive situazioni o condizioni di fragilità o difficoltà. Molte sono ancora le sfide che tuttavia restano da affrontare, e rispetto alle quali Ai.Bi. ha inteso già assicurare il proprio impegno anche nella e per la Città di Roma; tra queste: il contrasto alla deriva dell’inverno demografico con la promozione dell’accoglienza di cui l’adozione è autentica espressione, auspicando un’alleanza tra associazioni familiari, consultori e medici per meglio accostare la sterilità di coppia aprendola alla sua possibile prospettiva feconda nell’esperienza adottiva; la promozione dell’accoglienza adottiva con una prospettiva di accompagnamento e di sostegno delle disponibilità ad accogliere, anche spirituale, in alternativa ad un approccio solo giuridico, investigativo e selettivo nei confronti degli aspiranti genitori adottivi; l’accompagnamento e il sostegno dell’accoglienza in tutte le tappe e stagioni della vita dei figli, con particolare attenzione all’esperienza sociale e formativa della scuola.