La Russia contro gli Usa per il piccolo Maksim

img1024-700_dettaglio2_picchiare-brancoSulla pelle dei bambini. Uno scontro diplomatico tra Russia e Stati Uniti, degno degli anni cupi della Guerra Fredda, si sta consumando sulla tragedia del piccolo Maksim Kuzmin, tre anni, morto misteriosamente mentre giocava davanti agli occhi terrorizzati del fratellino Kirill, un anno più piccolo.

Abbandonati dalla mamma alcolizzata i due avevano trovato una famiglia adottiva che li aveva tirarti fuori dal grigio orfanotrofio di Pskov, nel nord della Russia baltica e se li era portati negli Stati Uniti a vivere una nuova vita in una bella casa di Gardengale, contea di Ector, nel cuore del Texas petrolifero e benestante.

Sembrava una delle tante storie a lieto fine di migliaia di bambini abbandonati russi ma tutto ècambiato definitivamente il 21 gennaio.

La mamma adottiva ha incautamente lasciato da soli per qualche ora i due fratellini nel parco giochi condominiale. Quando è tornata – ha detto agli agenti -Maksim era privo di sensi davanti al fratellino sconvolto e urlante. È morto qualche ora dopo nel vicino ospedale. Lo sceriffo attende l’autopsia. La madre americana Laura Shatto resta a piede libero anche se precauzionalmente separata dal piccolo Kirill.

Una storia di cronaca nera con qualche sospetto e molto dolore che però è diventata ben altro.

Il consigliere personale di Vladimir Putin per i diritti dell’infanzia ha infatti deciso di cogliere la palla al balzo per giustificare il recente odioso provvedimento della Duma di vietare le adozioni dei bambini russi da parte dei cittadini americani. Una legge voluta come ritorsione simmetrica ad altre sanzioni americane nei confronti della Russia per casi di violazione dei diritti umani.

Il consigliere che si chiama Pavel Astakhov ha raccontato la disgrazia in Parlamento aggiungendo particolari mai confermati: «Il piccolo Maksim aveva sul corpo lividi ed ecchimosi, segno che la madre americana lo aveva picchiato. In più aveva ingerito dosi di uno psicofarmaco destinato agli affetti da autismo».

E’ bastato per alimentare l’indignazione dei parlamentari. Il ministero degli Esteri russo ha chiesto di essere aggiornato sull’inchiesta americana.

Qualche deputato, al grido un po’ isterico di «salviamo i bambini russi», ha proposto di chiudere tutte le adozioni in corso a cittadini stranieri.

Il Presidente della Duma ha perfino invitato l’ambasciatore americano a Mosca a venire a spiegare in Parlamento la «reticenza americana sul caso». E si è beccato una risposta sprezzante via Twitter: «Gli ambasciatori non vanno a deporre nei parlamenti stranieri».

E nel clima tesissimo qualcuno è andato a trovare la giovanissima mamma dei due bambini

che intervistata in tv dice essersi disintossicata, inveisce contro gli americani che «hanno ucciso Maksim» e implora il governo russo: «Ridatemi almeno il mio piccolo Kirill, riportatelo a casa».

(Da La Repubblica, 22 Febbraio 2013)