La strage degli innocenti. Trapani: neonato lanciato dalla finestra. Ragusa: bimbo abbandonato nella spazzatura

Solitudine. È forse proprio questa la parola che accomuna il destino infelice di queste due madri? Come arginare questo terribile e continuo incubo? 

Nella periferia di Trapani, una ragazzina di 17 anni ha gettato dalla finestra del quinto piano, il figlio appena partorito nel bagno dell’appartamento dove abitava con i suoi genitori.

Il neonato è stato ritrovato senza vita da un uomo che si trovava a passare nell’atrio del cortile condominiale. Il piccolo era chiuso in una busta con il cordone ombelicale ancora attaccato e il cranio fracassato, molto probabilmente a causa dell’impatto con il suolo.

La ragazza, in forte stato di shock, è stata ricoverata nel reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale Sant’Antonio abate e tra le lacrime ha confessato di aver tenuto nascosta la gravidanza ai suoi genitori per paura della loro reazione e di essere disperata. Il papà della ragazza, appartenente alle forze dell’ordine e la mamma della diciassettenne, in casa al momento del fatto, hanno confermato di non aver mai sospettato nulla fino a quel momento.

Una vicenda atroce che si è consumata non in un contesto degradato e  socialmente difficile, ma all’interno di una famiglia apparentemente normale. L’accusa per l’adolescente è di omicidio volontario.

Un atto atroce e ingiustificabile che fa emergere una domanda: quale carico emotivo di assoluta disperazione può portare una giovane a compiere un gesto così terribile? Quale solitudine? Come mai nessuno in 9 mesi si è accorto di ciò che le stava accadendo? Come mai nessuno le ha teso la mano permettendole di vedere uno spiraglio di luce oltre le profonde tenebre in cui si sentiva persa?

Ma quella di Trapani non è l’unica vicenda che ha riempito le pagine di cronaca degli ultimi giorni.

Ragusa: sta bene il neonato abbandonato nella spazzatura

Un altro neonato, questa volta a Ragusa è stato partorito e poi abbandonato all’interno di un sacco dei rifiuti. Per questo piccolo, chiamato Vittorino Fortunato, l’epilogo è stato fortunatamente differente. Un passante sentiti alcuni lamenti ha fatto l’incredibile scoperta. Il bimbo ricoverato all’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa è salvo e sono già molte le richieste di affido giunte per prendersi cura di lui.

L’uomo che ha salvato il piccolo “Vittorino Fortunato”, come riporta il quotidiano Libero, ha voluto rivolgere anche un pensiero alla mamma che ha compiuto un gesto così terribile: “Chissà se lo ha scelto lei e quanto si debba essere sentita sola, oggi che è possibile anche affidare un figlio in ospedale”.

Solitudine. È forse proprio questa la parola che accomuna il destino infelice di queste due madri?

Accoglienza, ascolto, solidarietà, presenza. Potrebbe essere questa la strada per tentare di arginare l’orribile incubo della strage degli innocenti?