La voce delle sedi: il fascino di camminare lungo una strada comune

Un aggiornamento su tutti i progetti che le sedi di Ai.Bi. in Italia portano avanti quotidianamente in favore dei bambini abbandonati, delle donne e delle famiglie del territorio. La settimana dal 24 al 30 maggio

In settimana le sedi hanno fatto molta strada, insieme per nuovi progetti da mettere in cantiere e che siano svolti il più possibile all’unisono: il percorso da fare è lungo, ma è più forte la volontà di camminare compatte e con la bussola ben puntata.
L’immagine che riverbera è quella della strada. Il passato da scout non si abbandona… La strada è simbolo della fatica, della scelta del sentiero da imboccare, dell’incertezza che si apre davanti; ma è anche segno del camminare insieme, nel silenzio e nelle gioie, al passo del più lento, con una meta da raggiungere.
Le storie che ci accomunano, in questa settimana, sono di chi si stacca dalla comitiva, di chi (come Isabel, la tirocinante di Bolzano) ha fatto un pezzo di strada con noi, condividendo momenti felici, allegri bivacchi, zaini pesanti e sentieri impervi. Ma ora, arrivati a un bivio, lei ha preso la sua deviazione, come è giusto che sia. Cartina alla mano, seguirà il suo nuovo sentiero, per raggiungere ciò che per lei è importante. La salutiamo e le auguriamo “buona strada!”

Lungo la strada, possono essere i più piccoli a prenderci per mano

Ancora, l’immagine della strada ritorna nella testimonianza di un “post adozione” di Salerno, quando un bambino di nove anni che avrebbe tutto il diritto di pensare e comportarsi da bambino, prende per mano i genitori e gli ripete che da grande lavorerà anche per loro, che non dovranno preoccuparsi di nulla perché penserà lui a provvedere a tutto, per ringraziarli di quello che stanno facendo per lui.

Durante la strada si fanno nuovi incontri (in questo caso si è creata una famiglia!), ci si aspetta, ci si sostiene… Fanno sorridere, ma sono anche molto tenere, le parole di questo figlio che, intrapresa una nuova vita con mamma e papà, vuol prendersi cura dei suoi genitori e sollevarli da ogni fatica.

Lungo la strada, a volte serve anche sostare, raccogliere le energie e ritrovare le risorse per andare avanti con più slancio. Nel terzo incontro de “la scuola che vorrei”, da L’Aquila, i professori, fortemente provati dalla burocrazia che imbriglia l’insegnamento, evidenziano quanto sia importante, per far fronte alle sfide del presente e del futuro, svuotare lo zaino, alleggerirlo, avere il coraggio di rivedere i tessuti finora tracciati per tessere il cambiamento reale. Su questo stanno lavorando: tracciare una possibile mappa da portare all’attenzione delle istituzioni con proposte che possano contribuire a generare la scuola di domani.

Indicare la vetta e aspettarsi prima dell’ultima curva

Camminare lungo la strada significa indicare la vetta e aspettarsi in fondo all’ultima curva, ma vuol dire anche avere la pazienza di mettere i passi uno dietro l’altro lungo al salite e, soprattutto, fare attenzione a non sbagliare strada. A Firenze, negli incontri del protocollo regionale, gli EEAA necessitano di un coordinamento, di strutturare dei percorsi condivisi con l’ente pubblico per quanto riguarda anche il post adozione, non solo, dunque, per la formazione pre-disponibilità, per guidare alla meta le famiglie che ancora non sono camminatrici provette.

Noi che operiamo nelle adozioni, sappiamo già alla partenza, quando inforchiamo lo zaino, che il percorso per accompagnare un figlio alla sua famiglia non sarà mai lineare: sassi, inciampi, deviazioni, vegetazione fitta, corsi d’acqua… sono all’ordine del giorno e rallentano il passo. Ma una volta arrivati alla vetta, affaticati e stanchi, non si può che rimanere incantati del paesaggio che si apre davanti a noi: guardare il miracolo raggiunto, godere appieno della meraviglia realizzata, respirare a fondo per ricaricare l’animo e il fisico.
Pronti per una nuova strada da percorrere.