La voce delle sedi: ragazzi, coppie, bambini abbandonati.. pre e post adozione. L’accoglienza non si ferma mai

Un aggiornamento su tutti i progetti che le sedi di Ai.Bi. in Italia portano avanti quotidianamente in favore dei bambini abbandonati, delle donne e delle famiglie del territorio. La settimana dal 31 maggio al 4 giugno

Questa settimana la parola chiave è: obiettivi comuni, lavorare per l’accoglienza

Voce delle Sedi: L’Aquila

Il 3 e 4 giugno, al parco del castello a L’Aquila, gli studenti dell’ISS Amedeo D’Aosta che hanno partecipato al progetto “La scuola di e per la comunità” AIBC con il contributo del Ministero dell’Istruzione nell’ambito della pcto e formazione sui temi dell’agenda 2030, si ritrovano per fare team building con i prof, la maestra di kungfu Tao Lung, Elisabetta Zanello e Marzia Masiello. Anche nell’attenzione e nel distanziamento si può lavorare insieme per obiettivi comuni e ben formati.

Voce delle Sedi: Bolzano

Significative riflessioni sono scaturite da un incontro con alcuni ragazzi adottivi che hanno voluto parlare della loro esperienza adottiva. Alla domanda su cosa, secondo loro, è importante che i neo genitori adottivi conoscano nelle formazioni sull’adozione, due risposte ci hanno colpito: l’adozione non serve per curare la coppia in crisi, i figli adottivi non sono una medicina, ma hanno bisogno di tutto l’amore e la pazienza. Chi ne parla è un figlio che ha subito anche la separazione dei genitori adottivi.
La seconda riflessione riguarda la gratitudine reciproca che l’atto dell’adozione realizza e, qui, una ragazza fa riflettere sull’uso delle parole che spesso diventano delle coltellate e restano nella memoria dei bambini: i genitori adottivi non dovranno pensare e dire ai propri figli “Se non fosse per noi saresti ancora nel vostro paese a chiedere la carità”, ma “Grazie di averci reso genitori”. L’adozione, solo così,  diventa un dono contraccambiato: i bambini diventano figli, la coppia diventa papà e mamma.

Voce delle Sedi: Mestre

Nei giorni di questa settimana c’è stato modo di ragionare sulle coppie che “iniziano” l’iter adottivo: che siano le sei coppie viste nel weekend scorso, la coppia che chiede di partecipare al prossimo corso “incontro con mio figlio” o al colloquio di restituzione, la coppia che ha conferito incarico… Tutte fanno parte di un iter adottivo (o di un “qualcosa di bello” in questa direzione): i futuri genitori adottivi stanno iniziando ad accogliere uno dei tanti bambini abbandonati nel mondo… che è lì, solo, in attesa, e non sa a che punto del percorso adottivo siano i suoi. Attende e basta.

Voce delle Sedi: Cagliari

È stato completato e inviato il nuovo progetto per i contributi agli Enti autorizzati erogati dalla RAS.
Grazie al contributo regionale, proseguiamo in continuità il nostro modello di accompagnamento: l’idea di fondo è quella di coinvolgere le famiglie prima dell’adozione per poi poterle accompagnare al meglio nel post adozione. Post adozione che vede la nascita di un nuovo gruppo di pre-adolescenti, che inizierà un ciclo di incontri di gruppo con attività mirate al confronto, alla comunicazione e allo scambio su tematiche sensibili dell’adozione e non solo. L’obiettivo è favorire la condivisione delle esperienze e accompagnare insieme, genitori e ragazzi, in questa delicata fase di crescita. Il percorso si terrà all’aria aperta per operare nel rispetto delle regole e del distanziamento sociale. Le attività proposte saranno di tipo esperienziale, semplici, giocose, per favorire in questa prima fase la conoscenza reciproca e la relazione di gruppo.
Sempre per il post adozione, domenica 6 prosegue con i ragazzi più grandi il progetto Moby Dick in barca a vela, mal di mare permettendo…

Voce delle Sedi: Barletta

Lunedì mi ha chiamata la nostra coppia dalla Romania per chiederci un consiglio tecnico e psicologico rispetto a come intervenire sul comportamento di “autoconsolazione” di Sebastian, che si dondola prima di addormentarsi abbracciato a un cuscino e sul loro sentimento di dolore e impotenza in queste manifestazioni. Ci hanno anche chiesto come spiegare al bambino che partiranno senza di lui, perché pare che i tecnici in Romania abbiano spiegato al bambino la procedura adottiva nazionale e non quella internazionale. Abbiamo detto loro come poter piano piano inserirsi nella routine di autoconsolazione del bambino senza stravolgerla drasticamente; abbiamo poi consigliato loro di essere sinceri e autentici nel spiegargli che dovranno ripartire senza di lui, perché le regole sono altre da quelle che purtroppo gli sono state trasmesse erroneamente.