L’accoglienza in tempi di Coronavirus. Anna, studentessa down non sarà più sola. I suoi compagni tornano in classe per tenerle compagnia

La Dad la volta scorsa, per mia figlia era stata distruttivaNon parlava più, annullati tutti i progressi fatti in tanti anni, rischiava la depressione”.

Una bella storia di inclusione e di solidarietà emerge oggi dalle pagine del quotidiano il Messaggero.

Protagonista una studentessa di 15 anni dell’istituto superiore Saffo, di Roseto degli Abruzzi, affetta dalla sindrome di down e 5 suoi compagni di classe che hanno deciso, a rotazione, di essere con lei in aula, per non lasciarla sola.

Si perché Anna, ( nome di fantasia), è rimasta l’unica, del primo superiore, a frequentare le lezioni in presenza all’interno dell’istituto.

L’emergenza sanitaria, come ben sappiamo, ha rivoluzionato comportamenti ed abitudini e anche la scuola ne è stata coinvolta con l’introduzione della DAD, didattica a distanza. Strumento amato e odiato, ma comunque spesso al centro del dibattito sociale e politico legato al covid.

Per la giovane studentessa, la mancanza di contatto fisico con i propri compagni, con gli insegnanti, il non poter essere presente in aula, già sperimentato nel precedente anno scolastico era stato veramente traumatico. Così sua madre, donna forte e coraggiosa ha deciso di combattere, come una vera guerriera per il bene di sua figlia.

La Dad la volta scorsa, per mia figlia era stata distruttiva – racconta Claudia Frezza la mamma di Anna al Messaggero- si era chiusa in se stessanon parlava più, annullati tutti i progressi che aveva fatto in tanti anni, rischiava la depressione”.

 Quando, alla ripresa del nuovo anno scolastico, si è ripresentato il medesimo problema, la signora Frezza ha chiesto ed ottenuto dal dirigente scolastico che Anna potesse continuare ad andare a scuola, agli studenti disabili è permesso, affiancata  dai suoi insegnanti di sostegno e dai professori.

Un parziale successo, perché senza altri giovani studenti della sua età che aiutassero Anna a respirare un po’ di quella normalità persa a causa del virus, non poteva parlarsi di reale inclusione. Il rischio era la perdita di tutti quei progressi che la ragazza aveva pian piano acquisito nel  corso degli anni.

Ma la signora Frezza non si è persa d’animo. Una nota del Miur del 5 novembre, prevede infatti che gli studenti con disabilità debbano sperimentare la vera inclusione, non rimanendo solo con i propri insegnanti ma avendo accanto anche i propri compagni.

Il preside dell’istituto ha così deciso di inviare una comunicazione a tutte le famiglie chiedendo la disponibilità di mandare i propri figli in classe assieme ad Anna.

In 5 hanno risposto positivamente e saranno in classe a rotazione con la loro compagna.

Finalmente, da lunedì,  Anna non sarà più sola.