L’adozione è un “macello della coppia” legalizzato. Io e mio marito non sapevamo di andare incontro all’inferno!

coppia-crisi“Mi chiamo F., ma vi prego di non render pubblico il mio nome, in quanto sto per procedere in Corte d’appello.
Ho ricevuto, dopo un anno e quattro mesi che vado dietro a tutti i corsi possibili ed immaginabili per l’adozione, decreto di non idoneità, ma quello che sinceramente ha disgustato me e mio marito è la relazione psicologica.

Volevamo adottare un bambino in quanto, pur possedendo capacità procreative, per me non è facile portare a termine una gravidanza, e così ci siamo detti: “Apriamoci ad accogliere un bambino abbandonato”. Non sapevamo di andare incontro all’inferno. Corsi di gruppo, corsi singoli… Il corso di gruppo psicologico era così concepito: 4 coppie, che non si conoscevano e non si erano mai viste prima, venivano interrogate su tutto il loro vissuto. Domande molto personali, davanti a tutti:  molti scoppiavano a piangere. Io, quando ho raccontato le mie disgrazie, mi vergognavo così tanto di farlo davanti ad altri sei estranei più la psicologa e l’assistente sociale, che sono diventata di ghiaccio. E così mi sono ritrovata con un verdetto che dice che sono “poco empatica, fredda nel raccontare il proprio vissuto e rigida nella postura del corpo”.

Poi però la relazione psicologica prosegue e dal test di associazioni libere si evince “che sono calda e tumultuosa, quasi esplosiva”. Quindi sono fredda, ma al contempo  calda,  rigida, ma anche tumultuosa ed esplosiva. Dal test (quello delle macchie di Roschard) si evince che ho una produzione cognitiva scarsa (quindi sono anche scema), mio marito invece è freddo, poco empatico e ossessivo e con intelligenza poco creativa (peccato che creare sia il suo lavoro!).  Insomma siamo pazzi, perché vogliamo adottare e io sono pure scema.

Ho un amaro in bocca che non si può capire. Volevo fare del bene a dei bambini sofferenti e contemporaneamente diventare mamma, e invece io e mio marito abbiamo ricevuto una relazione che dire offensiva è poco.  Ricorreremo come già detto in appello. Però, mi chiedo, è giusto che si umilino così le coppie che sognano di adottare? E’ giusto che una psicologa che ha dedicato in tutto 3 ore a ciascuno di noi (un’ora nel colloquio di gruppo, un’ora insieme all’assistente sociale, e un’ora per il test), si permetta di scrivere quello che ha scritto? Ma chi sono queste sedicenti dottoresse? Che cosa credono di capire? Allo stato attuale, se qualcuno mi chiedesse un consiglio in merito all’adozione, il mio unico suggerimento sarebbe di non provarci per nulla, di tentare tutte le vie possibili per curare l’infertilità, ma non l’adozione perché in realtà è un macello della coppia legalizzato.
Si vuole mettere al centro il bisogno del bambino. Benissimo. Ma, secondo i giudici, il bene del minore è tenerlo in un istituto e farlo uscire a 18 anni, per perdersi spesso nella delinquenza, nella droga e nella prostituzione? E’ meglio questo piuttosto che affidarli alle coppie? E’ meglio lasciarli negli orfanotrofi da qualunque parte del mondo provengano?
Da quando ho letto quella relazione, penso in ogni momento: “Ma io sono scema?”. Mi ha messo addosso una dose di insicurezza e di dolore terribile. Ma è giusto che gli psicologi facciano questo?  Che siano così pesanti? In fondo volevamo solo prendere un bambino e accompagnarlo mano nella mano nella vita, e invece ci ritroviamo qui con un verdetto psicologico disgustoso e insultante.

Perché dobbiamo accettare tutto questo? C’è ancora qualcuno che pensa sia giusta la legge che c’è attualmente?