“The rose of Mary”, un regalo per Bright

dinah-2Ho incrociato il suo sguardo appena giunta a Lampedusa, in via Roma. Non potevo non notare quel faccino da monello con due denti da coniglietto. Era insieme ad altri 3 ragazzini poco più grandi di lui, tutti eritrei. Lo aggancio con il mio “simpatico” inglese e diventiamo subito amici. Mi chiede, con educazione, un paio di scarpe più grandi, quelle che gli hanno consegnato al centro sono qualche misura più piccola e non riesce a camminare bene. Prometto di recuperarle e ci salutiamo. Il giorno dopo lo ritrovo in piazza, stesso sorriso, stesso cappello con copri orecchie per ripararsi dalle folate di vento che in questi giorni a Lampedusa soffiano violente. Andiamo al bar, non accetta nulla, ha già mangiato, non è uno sprecone. Tra una risata e l’altra, entriamo in confidenza e inizia a raccontarmi la sua storia. E’ partito dall’Eritrea 2 mesi fa, insieme ad altri suoi compaesani, a 11 anni. E’ il figlio maggiore di una famiglia numerosa e spetta a lui portare i soldi a casa. Ha attraversato il deserto ed è arrivato in Libia. Qui sul suo volto si spegne il sorriso e inizia la visita all’inferno: mi mostra la tracolla della mia borsa e mi dice che con una corda come questa lo hanno più volte frustato, colpevole di essere bambino e cristiano. Non si lamenta delle botte prese, quanto del fatto che tra un pugno e l’altro i libici gli abbiamo strappato dal collo, l’unico oggetto portato con se’ da casa, una Coroncina del Rosario,  “the rose of Mary” come la chiama lui. In un attimo il mio pensiero corre le strade del deserto, incontra la solitudine, la disperazione, l’infanzia negata.

Decidiamo di andare in Chiesa, e’ domenica e vuole partecipare alla Messa. Nel tragitto, incontriamo Concetta, una lampedusana da sempre a servizio dei migranti. Ci saluta ed esclama :” comu e’ nicu!” (Quant’e’ piccolo), le diciamo che stiamo andando in Chiesa e allora ci dice di aspettare. Concetta scompare dentro la sua casa al pianterreno, da anni rifugio di migranti e viene fuori con un regalo per Bright.

Il piccolo viso si illumina, tra le sue mani un nuovo Rosario. Lo indossa fiero ed orgoglioso ritrovando la forza di proseguire il suo cammino!

Dinah Caminiti

Responsabile Progetto BAM Sicilia

In questo particolare momento di emergenza, chiediamo ai nostri sostenitori e ai nostri lettori di aderire alla nostra campagna “Bambini in alto mare”, attivando un Sostegno a Distanza per garantire la giusta accoglienza di queste persone che scappano dalle minacce che scaturiscono dalle guerre presenti nei loro territori.