Legge di bilancio 2017: neanche un euro per l’adozione internazionale. Famiglie adottive lasciate sempre più sole: un altro passo verso la rottamazione dell’accoglienza

camera-dei-deputati350La grande assente della manovra finanziaria predisposta dal nostro governo è, ancora una volta, l’adozione internazionale. Nella legge di bilancio per il 2017, infatti, non c’è neanche una riga che preveda la pur minima misura a sostegno delle famiglie adottive.

Dopo il via libera ottenuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il testo del provvedimento passa ora all’esame del Parlamento. La discussione comincerà alla Camera e proseguirà al Senato. L’obiettivo dell’Esecutivo è di ottenere entro il 4 dicembre, data del referendum costituzionale, l’approvazione almeno da parte dell’Aula di Montecitorio. Ma, a scanso di colpi di scena, purtroppo i danni sono ormai stati fatti. Nessuna forma di sostegno specificamente pensata per chi vuole adottare un minore straniero e neppure per rilanciare le attività della Commissione Adozioni Internazionali, del tutto ferma e inefficiente ormai da quasi 3 anni. Ulteriore prova del disinteresse del premier Matteo Renzi per una realtà che fino a pochi anni fa era “il fiore all’occhiello” dell’Italia e che ora, evidentemente, non è considerata degna neppure di un minimo di attenzione nella manovra finanziaria.

Gli unici accenni all’adozione contenuti nel testo della legge si ritrovano agli articoli 47 e 48. Ma non si tratta né di novità assolute né tantomeno di provvedimenti specifici a favore dell’accoglienza adottiva.  Il primo sancisce la nascita del Fondo di sostegno alla natalità che intende favorire l’accesso al credito per le famiglie con figli, nati o adottati, mediante il rilascio di garanzie dirette alle banche: 14 milioni per il 2017, destinati a salire a 24 nel 2018 e poi a scendere gradualmente fino ai 6 milioni previsti dal 2021 in avanti. L’articolo 48 è invece relativo al “premio alla nascita”: un contributo una tantum di 800 euro corrisposto dall’Inps previa presentazione della relativa domanda da parte della madre durante la gravidanza o, per le famiglie adottive, all’atto dell’adozione. Per le misure a sostegno della natalità, resta quindi la parificazione tra nuovi nati e adottati. Ma si tratta di una “conquista” acquisita ormai da anni, tutt’altro che una novità.

Nessuna modifica o aggiunta invece al Fondo per le adozioni internazionali, creato con la legge di stabilità per il 2016 con una dotazione di 15 milioni a decorrere dallo stesso anno 2016.

Nella sfera del sociale, del resto, l’adozione sembra essere l’unica realtà totalmente dimenticata. La legge di bilancio prevede infatti, tra le altre cose, diverse forme di sostegno per gli asili nido, l’assistenza ai non autosufficienti, gli studenti universitari, le scuole paritarie, l’immigrazione, il lavoro giovanile. Tutti provvedimenti necessari, certo, ma perché escludere l’adozione internazionale? Forse per compiere un ulteriore passo verso la sua definitiva rottamazione?

È durata davvero poco dunque la speranza suscitata, tra maggio e giugno scorsi, di una rinascita dell’adozione internazionale in Italia. La nomina del ministro Boschi al vertice della Cai era stata salutata come un positivo “segnale di svolta” dopo anni di paralisi del sistema, ma a distanza di pochi mesi possiamo affermare che nulla in realtà sia migliorato. E l’assenza di stanziamenti specifici nella finanziaria 2017 non è che un ulteriore pietra tombale per un settore in totale agonia.

 

Fonte: Vita