Lettere al Direttore: «Dentro noi stessi». Lettera di una coppia, oltre il mistero dell’infertilità

Gentile dottoressa,
vorremmo dirLe il nostro grazie, perché, anche se dopo l’incarico ad Ai.Bi. abbiamo avuto un bimbo dalla nazionale, siamo certi che siamo stati pronti ad accoglierlo grazie al percorso fatto con voi.
Poche occasioni, ma intense.
Siamo grati ad Ai.Bi per quanto abbiamo ricevuto nella formazione.
Siamo arrivati al vostro corso e all’incontro con Lei dopo averne già seguiti, di informativi e formativi, convinti quindi di “conoscere” già abbastanza; e con il timore di essere investiti da tante informazioni, con il rischio, ancora una volta, di guardare con un po’ di distacco il tutto per poi comprendere come lavora l’Ente e dove orientarci…

Quei due giorni sono stati un’esperienza “speciale”.
In soli due giorni abbiamo cambiato prospettiva: 
non abbiamo ricevuto tutte le informazioni che aspettavamo,
non abbiamo valutato l’operato dell’Ente, 
ma siamo stati portati dentro noi stessi.
Il nostro sguardo non è stato più verso l’esterno di noi, ma è diventato interno,

non uno scegliere, ma un rispondere a una chiamata che, capace di allargare le nostre “trame interiori”, ci ha riportato all’essenza della nostra vocazione a essere genitori: l’accoglienza.

Non ci avete rassicurato che avremmo e avreste “aggirato” le nostre paure, i nostri ostacoli interiori o esteriori,
ma ci avete aiutato a dargli nome, ci avete chiesto di misurarci con essi.
Abbiamo potuto, così, abbassare tutte quelle difese che, sebbene siano naturali in questi casi,
spesso nascondono perfino a noi stessi quanto davvero proviamo dentro.

Lì, abbiamo compreso che siamo chiamati a un “sì” incondizionato,
che come Abramo siamo chiamati a uscire dalla nostra terra, la terra delle nostre sicurezze, delle nostre paure,
così familiari a noi stessi da proteggerci da ogni passo in avanti, dalla terra delle nostre aspettative, delle nostre fantasie e prospettive… per entrare nel mistero della via che il Signore ci indica ogni giorno….

E grazie a tutto ciò, quando il giudice ci ha proposto un bambino con non ben precisati problemi e ci ha chiesto una disponibilità speciale,
non abbiamo esitato a dire il nostro sì, ad accogliere nostro figlio!

In tutto ciò, ci permettiamo di aggiungere che quell’impatto duro e rigido, che tanto spaventa le coppie che si avvicinano ad Ai.Bi. e che ha portato coppie di nostri amici a non approfondire, forse ancora ci dispiace, perché una coppia ferita dall’infertilità è più vulnerabile, è spesso incerta di fronte ad un futuro avvolto nel mistero e rischia di rinunciare ad andare a fondo solo perché intimorita, senza arrivare a cogliere la ricchezza della vostra proposta.

Cordiali saluti
Giovanni e Maria Rosaria