L’Italia si risveglia accogliente: in 8 mesi arrivate ad Ai.Bi oltre 700 richieste di affido

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Prendere in affido un bambino significa accoglierlo a casa (e nel cuore) per un periodo più o meno lungo. Vuol dire dare una famiglia a una persona che in quel momento non può vivere con la sua.  È una scelta impegnativa che, anche se finirà, è destinata a lasciare un’impronta profonda. E l’Italia sembra prendere sempre più “confidenza” con questa “esigenza” e si risveglia decisamente accogliente.  Almeno a giudicare dalle telefonate, email e richieste di informazioni che quotidianamente arrivano agli operatori di Ai.Bi, amici dei Bambini: oltre 700 in pochi mesi.

Un numero che da solo potrebbe dire poco se non contestualizzato: si tratta di centinaia di “spie luminose” di attenzione sparse in Italia che, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, si traducono in un aumento del 50% delle famiglie che hanno deciso di accogliere in casa un minore in difficoltà arrivando fino alla fine del percorso informativo e di conoscenza organizzati dagli operatori e psicologi di Ai.Bi.

Una percentuale assolutamente positiva che da il senso concreto di quanto famiglie e single siano sempre più aperti e sensibili a questa forma di aiuto verso i più fragili e vulnerabili.

La regione dalle quale, da gennaio 2015 ad oggi, sono arrivate più richieste di informazioni è la Lombardia,  seguita dal  Lazio e dalla Sicilia.

Come funziona l’affido? Un bambino allontanato temporaneamente dalla famiglia, per maltrattamenti, incapacità genitoriale oppure per problemi di salute o di lavoro, viene affidato a una comunità, a una famiglia e a differenza dell’adozione anche a un single. In genere, quando i motivi che hanno causato l’allontanamento sono superati, il minore torna nella sua famiglia d’origine.

Possono diventare affidatarie le coppie con o senza figli, sposate o conviventi, le persone singole e anche famiglie immigrate.

Agli affidatari viene richiesto, semplicemente, di essere ‘specialisti della normalità’, di assicurare uno spazio fisico e affettivo, di essere flessibili, empatici e capaci di affrontare situazioni frustranti.

Sono tante le ragioni che spingono coppie, famiglie e single perché in realtà non esiste un elenco ufficiale, non esiste una rassegna di risposte standard in cui trovare la propria motivazione, in cui cercare il riflesso dei propri sentimenti.

Per alcuni una consapevolezza maturata nel tempo, in silenzio e senza dare nell’occhio. Per altri un impulso repentino che un giorno fa capolino nella routine delle proprie giornate e ribalta ogni certezza.

Per tutti, una grande avventura che fa crescere.