Lotta al Covid. La lezione viene dai giovani: i 20enni super vaccinati

Il 75% dei giovani tra 20 e 29 anni ha fatto almeno una dose di vaccino. Merito del Green Pass e del desiderio di non rinunciare alla libertà

“Ah… i giovani d’oggi…” Quante volte si sente ripetere questa frase con toni spiccatamente disillusi e velatamente polemici? E quando non la si sente, la si coglie sottintesa, come nelle discussioni politiche che, tante volte, dai temi che più coinvolgono i giovani si tengono ben lontani.

Il 75% dei giovani tra 20 e 29 anni ha fatto almeno una dose di vaccino

Eppure, ogni tanto, da questi giovani tanto bistrattati bisognerebbe prendere esempio. A dimostrarlo ci sono i dati ISPI riguardanti i vaccini e l’elaborazione che ne ha fatto per il Corriere della Sera il ricercatore Matteo Villa. In percentuale, i giovani nella fascia d’età 20-29 anni che hanno ricevuto almeno una dose (4,5 milioni) sono il 75%, più dei 30-39 anni (70%) e dei 40-49 anni (73%). Più indietro, a livello percentuale, la fascia 12 – 19 anni (59%), che, però, è quella con il trend di crescita più in salita, complice il prossimo inizio della scuola.
A sottolineare il “buon esempio” è stato anche il Ministro della Salute Roberto Speranza, che domenica ha rimarcato come “I ragazzi stanno dando una lezione a tutti. Hanno capito meglio degli altri che il vaccino è uno strumento di libertà”.

Green Pass e libertà decisivi nella corsa al vaccino dei più giovani

A cambiare lo scenario generale è sicuramente stato il Green Pass e i relativi “giri di vite” che hanno esteso luoghi e situazioni in cui il certificato è ormai indispensabile. Dall’1 luglio, sempre secondo i dati ISPI, si sono vaccinati il 24,7% dei trentenni, il 35,5% dei ventenni e il 37,7% dei 12-19enni. Confrontando direttamente i numeri, rispetto ai 30-39 enni, i 12-19 enni si sono vaccinati il 52% in più e i 20-29 enni il 43% in più.
Il tutto durante il periodo estivo e, soprattutto, pensando al fatto che la malattia riserva proprio agli under 40 anni dei rischi decisamente minori rispetto ai più anziani. È vero, la Variante Delta ha un po’ cambiato le carte in tavola, ma la minore pericolosità del virus non ha fermato la corsa al vaccino da parte dei più giovani. Evidentemente, l’aver provato le limitazioni alle quali i vari lockdown hanno costretto ha spinto proprio i più giovani a non dire di no allo strumento che più di ogni altro può preservare la loro libertà e quella di tutti.